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Estremamente me

Estremamente me è un romanzo di Patrizia Cannazza, edito da Kimerik, che con tocco delicato e gentile racconta un problema che noi donne viviamo sulla nostra pelle, che capiti a noi o a qualcuna vicino a noi, ci sentiamo sempre in prima linea. Le sue parole sono calde e rassicuranti, con tono molto professionale. Mi ha fatto molto piacere intervistarla, per il suo essere spontanea e immediata, pochi fronzoli, tanti fatti. Spero che lo stesso effetto lo faccia, anche, a tutti i lettori che si vogliono far trasportare dalla sua lettura.

Nel suo libro tocca un argomento molto delicato per noi donne, l’ha fatto per raccontarci un’esperienza personale o di lavoro? Quando curi una malattia, puoi vincere o perdere. Quando ti prendi cura di una persona, vinci sempre. Questo è il mio modo di pensare. Durante il mio personale percorso formativo e lavorativo ho costatato che, come i personaggi di un libro, i pazienti hanno bisogno di raccontare e raccontarsi, di ascoltare e ascoltarsi, guardando fuori e dentro di sé. La medicina svolge un ruolo essenziale nella lotta contro il cancro, ma anche la biblioterapia può essere un formidabile alleato. L’utilizzo di un libro può fungere da specchio per rivedere parti di sé da prospettive diverse. Per rispondere alla domanda, questo romanzo parte proprio dall’aver vissuto questa tragica esperienza nella mia famiglia, io sono stata nel lavoro l’orecchio per molte donne. Il mio romanzo è un urlo per riportare l’attenzione anche sul lato umano della malattia su ciò che non ci permettiamo o non c’è permesso di esprimere, sui sensi di colpa che ci accompagnano e sul bisogno di sentire che altri/e hanno vissuto le stesse esperienze, gli stessi pensieri. La lettura e il libro diventano allora strumenti di promozione della salute e del benessere personale

Quale messaggio da donna e da scrittrice ha voluto inviare a tutti noi lettori/trici? Un messaggio di speranza che passa da donna a donna. Hayley Mills recitava così: “Io dico sempre una gran parte della guarigione è nelle tue mani”. Per quanto riguarda il mio vissuto è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita… porto con me la forza e la grinta di rendere la mia vita, un capolavoro! Il mio più grande desiderio è che chiunque, dopo aver letto questo romanzo, si ritrovi con questa piccola ma potente consapevolezza nel cuore.

Quanto tempo ha impiegato alla stesura del romanzo? Estremamente me è stato un romanzo sofferto. Tra alti e bassi emotivi circa otto mesi.

Il linguaggio adottato è molto fluido e leggero, è stata una scelta per rendere meno greve l’argomento o semplicemente per stile personale? È una bella domanda. C’è una frase di Gustave Flaubert: “Scrivere è un modo di vivere”. Le parole che narrano questa storia possiedono un’intensità di emozioni e di pathos che spingono il lettore ad apprezzare la forza di volontà di una donna che, pur nell’innegabile sofferenza, ha saputo rinascere. La mia è una forma di narrazione che accorcia la distanza tra il narratore/lettore, rendendoli complici fino alla fine della storia. In un racconto l’ironia, come nella quotidianità, è una medicina da dosare con il contagocce altrimenti, ci si trova di fronte a effetti collaterali piuttosto antipatici, tipo la noia. L’ironia richiede un ritmo narrativo rapido, una stilettata breve e inaspettata, come un temporale d’estate. Se c’è un mondo dove l’ironia la fa da maestra, è la Vita. Quello che ripeto spesso ai miei pazienti è che se saprete ridere di voi stessi, delle piccole tragedie quotidiane, un giorno vi torneranno utili e saranno una premessa preziosa e indispensabile per aiutare gli altri a sorridere e alleggerire di poco il carico.

Una giornata qualsiasi a casa di Patrizia? La mia fortuna è che non ho una giornata tipo, non esiste per me, una uguale all’altra. Ogni giorno è un viaggio al di sopra della quotidianità rendendola straordinaria grazie al buon uso della semplicità. Inizio la mia giornata con una colazione all`antica, caffè e l`amato pane e marmellata. Per tutto il giorno sono immersa in una serie di appuntamenti con i miei pazienti. A volte però, se ho incontri, il tutto prende una piega leggermente diversa. Fine giornata, è occupata da altri impegni tra cui le telefonate, le mail. A volte questi impegni continuano anche a sera tarda, ma cerco di dare un limite, c’è il momento di stare con la famiglia, curare la vita privata. Questa, ovviamente, è una giornata di routine, dal ritmo variabile e come potete vedere, ha poco di glamorous, ma amo quello che faccio.

Sta già lavorando a qualcos’altro o si sta godendo il momento? Sono molto contenta per la riuscita di Estremamente me, cerco di godermi tutto al 100%, ma la mia mente viaggia mille miglia ogni giorno e scrivere per me, vedere nero su bianco, ha un valore psicologico non indifferente. Sto lavorando a un’altra opera sempre nel filone della medicina narrativa. Ci incontreremo presto!

 

Anna Pizzini

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