Gran Concerto di Capodanno al Ventidio Basso
Ascoli Piceno – Encomiabile la performance dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta dal Maestro David Crescenzi al Teatro Ventidio Basso. La serata è stata allietata dalla voce melodica del soprano Marta Torbidoni il cui calore timbrico, la pienezza, la ricchezza e la dolcezza hanno reso unica l’atmosfera dell’evento che ha aperto il 2016. In programma si sono susseguite le celebri musiche eseguite in occasione del Capodanno al Teatro La Fenice di Venezia e al Teatro di Vienna, lo Staatsoper: Rossini, Verdi, Bellini, Strauss, Lehár, Čajkovskij. Ancora una volta è stata fruttuosa la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Regione Marche e l’Assessorato alla Cultura, nonchè si ringrazia il primo cittadino l’avv. Guido Castelli che ha reso possibile il connubio dell’Amministrazione del Comune di Ascoli Piceno con il Consorzio Marche Spettacolo, un plauso, dunque da parte delle autorità presenti all’evento e della cittadinanza tutta. Lo spettacolo dal vivo, sia esso teatro di prosa, lirico, balletto, concerto, musical, cabaret, o qualsiasi intrattenimento che preveda la presenza di uno o più artisti che si esibiscano davanti a un pubblico, presuppone losforzo realizzativo e il concorso di molte e differenti professionalità. L’apporto di ognuna delle persone coinvolte è indispensabile al conseguimento dell’obiettivo finale che è sempre la creazione di un prodotto artistico di livello, capace di riscuotere il consenso del pubblico. La realizzazione di uno spettacolo dal vivo è, dunque, un lavoro di gruppo, nel quale le competenze di coloro che non appaiono di fronte al pubblico sono importanti tanto quanto il talento di coloro che si presentano davanti allo spettatore. Per questa attività di coordinamento dovute all’ingegno, all’intraprendenza e alla professionalità, desideriamo esprimere un ringraziamento al Direttore tecnico Remo Paliotti. Ancora una volta la città di Ascoli Piceno si presenta come il modello di cultura e la gemma di continuità per la fioritura del rinnovamento delle tradizioni, al fine di raccordare l’arte al territorio.