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L’arte di comprendere la vita

Oggi propongo un’intervista  che ho fatto allo scrittore Antonio Elia, L’arte di comprendere la vita, pubblicato  dalla Casa Editrice Kimerik. Questo è un saggio, molto piacevole e mai pedante, parla della vita, della nostra evoluzione, su quello che siamo e su dove andiamo. Una riflessione attenta, dettagliata, curiosa ed evolutiva. Vale la pena di leggerlo per meditare, capire e capirsi.

Cos’è la vita per lei? La vita è natura come il sole, il mare, il vento, le piante, l’acqua, gli animali, l’uomo, l’universo, tutto ciò che si sente, si respira, si tocca, insomma la vita appartiene a tutti. La vita è un dono concesso da qualcosa o da qualcuno che sta al di sopra della natura, una entità a noi sconosciuta, nel rispetto magari delle varie teorie, convinzioni e sensazioni. In un modo o nell’altro la vita è magia perché assume forme diverse nella loro origine e nella loro trasformazione, in un processo evolutivo del tempo che imprigiona le cose.

Ci spieghi il titolo del suo libro. L’arte di comprendere la vita. Ogni uomo quando viene messo al mondo si trova a fronteggiare la vita, una vita propria e personalissima che appartiene solo a lui. In realtà ogni uomo conoscerà solo una vita cioè la propria e mai conoscerà altre vite appartenenti al resto dell’umanità. La vita andrebbe compresa nella sua semplicità, la semplicità nella consapevolezza che la vita non è propria, ma appartiene a tutti, a tutti coloro che hanno fatto parte del passato, che fanno parte del presente e di coloro che faranno parte del futuro.

Com’è arrivato a mettere nero su bianco un’analisi, credo, maturata nel tempo? Attraverso una combinazione di sensazioni, pensieri, letture, esperienze sono riuscito a dare un’impronta a ciò che poi è diventata un’opera. La scrittura è come la pittura non bisogna mai pensare molto prima di creare un dipinto, ciò che si ha dentro è necessario realizzarlo subito, altrimenti si corre il rischio che l’arte possa dissolversi prima del tempo. La parte più bella dell’arte è quando essa si rinnova, cioè dopo averla trasferita in un libro e dopo aver liberato tutto la mente pian piano si ricarica, un’arte pronta a creare un’altra opera.

Come vede le vite delle persone intorno a lei? Vite sicuramente parallele alla mia vita, poiché ogni uomo segue le proprie vicende, il proprio destino, la propria famiglia, il proprio lavoro. Tante vite diverse e mai uguali fatte anche di incroci tra queste, di incontri che possono sviluppare esiti positivi nella propria vita come possono risolversi in eventi negativi. Ma le vite sono anche tante storie che sono così come sono state, collocate ognuna nel proprio tempo.

Quanto tempo ha impiegato nella stesura della sua opera? Poco più di un anno, un andamento sicuramente molto lento perché vivevo un periodo in cui sentivo di avere una penna pesante, incerta, insicura, raramente scorrevole. Un’opera piena di fatica, elaborata in un tempo lungo se si considera la quantità di pagine, un tempo ragionevolmente breve se si considera la difficoltà e la complessità dell’opera.

 Prevede di scrivere altri saggi? Proseguono il percorso già avviato? Sì, ma non in questo momento della mia vita già occupata da altri impegni di portata di medio-lungo termine. Dopo inizierò a lavorare in lungo e in largo su qualsiasi genere di scrittura senza porre limiti alla provvidenza e soprattutto all’arte che in presenza di limiti perde le sue ricchezze.

Dove ama scrivere e dove ama leggere? Amo scrivere nei luoghi più naturali e più semplici della terra, dalla montagna ai boschi, dal mare alle colline, sollecitano l’arte. Amo leggere ovunque in tranquillità e in luoghi in cui mi sento al sicuro, la mia mente deve sentirsi libera e pronta ad accogliere nuove sensazioni e nuove emozioni, deve perennemente rinnovarsi.

 

Anna Pizzini

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