Sicilia

Lettera aperta di una siciliana a Vittorio Feltri

L’autrice, scrittrice e giornalista. Divulgatrice della cultura e della storia siciliana. Autrice del noto libro “Indietro nel tempo intervistando i magnifici Siciliani” ci ha inviato una lettera che riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Lettera aperta a Vittorio Feltri,
Egregio direttore,
l’avere ascoltato la sua affermazione “ sull’inferiorità dei meridionali”, mi stimola a vergare queste righe che non nascono da un acceso campanilismo, essendo una siciliana e orgogliosa di esserlo, ergo una meridionale, ma dalla consapevolezza di determinate prove storiche che vado a dimostrare nella loro schietta evidenza.

La sua dichiarazione avrà sicuramente turbato l’animo dei semplici e avrà alimentato quella partigianeria semi nazionalistica di una mezza Italia, l’Italia del nord e del centro che, in buona parte disinformata. crede ancora a queste affermazioni proponendole come verità. Aggiungo ancora che mi rivolgo a tutti quei meridionali, affinchè non si sentano minimamente offesi da una dichiarazione che nasce da un’insensatezza derivata da una non conoscenza e da un facile e gratuito pregiudizio generato sempre dall’ignoranza ( perché chi lo ha detto, ignora)

Da siciliana, mi limiterò a menzionare alcuni dei miei corregionali nella storia, scusandomi di non citare tanti altri illustri, perché questo meriterebbe un trattato.

 Chi volesse soddisfare la curiosità legga a tal proposito la mia recente pubblicazione “ Indietro nel tempo intervistando i magnifici siciliani”, Kimerik editore, Patti (ME) 2018.

Fatta la premessa,  ricordo al direttore del giornale “Libero”, che in tempi non tanto lontani, un quotidiano di matrice nordica italiana, precisamente milanese, il Corriere della Sera, tra la fine del secolo XIX e gli  inizi del XX,  si è avvalso di firme prestigiose quali Luigi Capuana e Federico De Roberto, il primo fondatore della corrente letteraria Verista, l’altro, autore del romanzo “ I Vicerè”, i quali erano entrambi siciliani, quindi meridionali.  Il primo precisamente di Mineo (CT) e l’altro nato a Napoli e acquisito siciliano.

Rimanendo nell’ambito del Verismo come non citare Giovanni Verga, l’autore dei Malavoglia e di Mastro Don Gesualdo, romanzi elevati anche alla dignità di capolavori cinematografici. Giovanni Verga, nelle pagine di alto lirismo, ha dato voce all’angoscia, al dolore, alla sofferenza degli ultimi , rivoluzionando alla fine dell’ottocento il modo di fare letteratura. Verga era siciliano, catanese, quindi meridionale.

Navigando ancora nell’ambito letterario, sarà sufficiente che faccia solo il nome di Luigi Pirandello, le cui opere teatrali note in tutto il pianeta, hanno aperto il percorso dell’inconscio. Luigi Pirandello era nato ad Agrigento, in Sicilia, quindi nel meridione.

Potrei ancora continuare una vasta carrellata di personaggi meridionali che hanno segnato a livello nazionale se non europeo le pagine della letteratura che poi è anche quella che si studia a scuola, ma adesso visto che mi è concessa in nome del principio costituzionale la libertà di espressione, voglio un momento posare l’attenzione nell’ambito delle scienze matematiche e fisiche e menzionare solo il nome di Ettore Majorana, lo scienziato che nei primi decenni del novecento volontariamente scomparve di scena, per avere dato preziosi contributi alla fissione nucleare dell’atomo. Ettore Majorana che insegnava all’Università di Napoli, era siciliano, nato a Militello Val di Catania (CT), quindi meridionale.

Un suo illustre parente, Angelo Majorana che mi pare ne fosse lo zio, geniale economista ed eccellente ministro delle finanze nonché brillante oratore  e rettore dell’Università di Catania, alla fine del secolo XIX, fece in Sicilia l’operazione di conversione della rendita, progetto finanziario che a Cavour non riuscì in Piemonte.

Angelo Majorana era nativo di Militello Val di Catania (CT), quindi siciliano, quindi meridionale.

Se noi in visita a Torino, ci lasciamo sedurre dalla bellezza e solennità architettonica della Basilica di Superga o dalla monumentalità e armonia della riserva di Caccia di Stupinigi, è d’obbligo sapere che l’architetto di tali magnificenze dell’edilizia storica era Filippo Juvarra, originario di Messina, quindi siciliano, ergo meridionale!

E rimanendo ancora nell’ambito dell’apporto che hanno dato i siciliani quindi i meridionali ai Piemontesi, voglio sottolineare come nel secolo XVIII l’università di Torino sia stata riformata in senso europeo dall’umanista Francesco d’Anguirre che era originario di Salemi, cittadina in provincia di Trapani, quindi siciliano, quindi meridionale.

E nell’ambito dei trattati diplomatici europei ci fu un altro trapanese, quindi siciliano, quindi  meridionale che diede preziosissimi contributi , Filippo Osorio, il diplomatico che non mentì mai  (secolo XVIII) e non si facevano sedute e non si organizzavano ambasciate se lui non era presente.

Nell’ambito delle arti figurative  dobbiamo chinare il capo di fronte al nome di Antonello da Messina, la cui pittura è la sintesi mirabile tra l’arte figurativa fiamminga e la ritrattistica   che Raffaello stesso definì “uom così chiaro” e  la cui “Annunziata” al palazzo Abatellis a Palermo è persino più bella della Gioconda

Antonello da Messina era  della città dello Stretto, quindi siciliano, quindi meridionale.

E che dire dello “Stupor Mundi”, Federico II, che pur essendo figlio di madre normanna e di padre svevo, fece della Sicilia un regno felice, dove si praticava l’apertura a tutte le religioni, dove si coltivavano le scienze e fondò a Palermo la scuola poetica siciliana, il primo laboratorio di lingua italiana colta. E voglio anche citare la fondazione del primo Parlamento in Europa che venne fondato in Sicilia, a Palermo, quindi nel Meridione. Il Parlamento siciliano precedette di 150 anni quello inglese.

E nella  musica dico solo il nome di Vincenzo Bellini per il quale lo stesso Wagner scrisse” giammai melodia più pura sia sgorgata dal cuore umano”. Vincenzo Bellini era catanese, quindi siciliano, quindi meridionale.

E nell’ambito delle scienze giuridiche, sta come una colonna il nome di Argisto Giuffredi, che due secoli prima del milanese Cesare Beccaria, ebbe il coraggio, nel cinquecento, in piena Inquisizione, di proporre l’abolizione della pena di morte.

Argisto Giuffredi era catanese, quindi siciliano, quindi meridionale.

E andando ancora indietro nel tempo sarà sufficiente che scriva solo il nome di Archimede, il genio delle scienze esatte, i cui principi matematici hanno rivoluzionato l’ambito anche della fisica empirica. Archimede ahimè non era milanese, bensi era Siracusano, quindi siciliano, quindi meridionale-

La mia, caro direttore Feltri, non vuole essere una filippica nei riguardi dei continentali, è soltanto una spicciola risposta che fa da contraltare a quella sua dichiarazione “sull’inferiorità dei meridionali”. In nome della verità e della giustizia l’avrei potuta perdonare a un povero  analfabeta ma non è accettabile detta da un direttore di un giornale ( che ha un’ elevata responsabilità di comunicazione)

In tempi di pandemia da corona virus, non scateniamo pandemia anticulturali.

Stefania Bonifacio

 

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