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Al Museo Archeologico di Napoli “Storage, i beni culturali invisibili”

“TRACCE DI CULTURA”:

RECENSIONE MOSTRA “STORAGE, I BENI CULTURALI INVISIBILI”

NAPOLI, MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE        dal 27 ottobre 2015

Tornano a splendere i capolavori invisibili rimasti per decenni nei depositi del museo archeologico nazionale di Napoli in questa mostra che si è inaugurata il 27 ottobre 2015; capolavori dimenticati e finiti nell’oblio che ora rivedono la luce della loro storia, opere d’arte che sono testimoni della storia di un territorio e delle genti che vi abitavano duemila e passa anni fa. Queste opere sono state ripulite e restaurate e sono ora esposte in questa mostra per la prima volta in pubblico. “Beni culturali invisibili” è il progetto di valorizzazione dei depositi del museo archeologico di Napoli che il nuovo direttore Paolo Giulierini ha fortemente voluto e lo ha presentato in conferenza stampa con l’architetto Luca Maggi, da un anno alla guida della soprintendenza regionale campana, con Marcella Logli, direttrice generale fondazione telecom Italia e con Nino Daniele, assessore alla cultura del comune di Napoli. La mostra espone 99 statue e opere varie in marmo e il numero non ha alcun significato particolare come ha spiegato la curatrice della mostra Valeria Sampaolo. Tutte le opere sono sistemate in un parallelepipedo di vetro costruito appositamente per ospitarle nello spazio interno del museo. Una installazione che racchiude la storia la si può definire, e ogni opera e statua ha in sé una storia da raccontare; non è stato facile per gli archeologi identificare il luogo di origine di ognuna. Per la “testa astarita” si ritiene che possa essere un pezzo dell’altare di Pergamo dedicato a Zeus e Atena che fu eretto tra il 221 e il 156 avanti Cristo. Alcune opere provengono da Roma, da Baia, da Pozzuoli, da Cuma. L’esposizione comprende figure intere, busti, bassorilievi, altari. Da menzionare uno splendido bassorilievo del Dio Mitra che ammazza un toro e un altro che ritrae Dioniso con pantera e tirso. Racchiuse in questa struttura di vetro le opre possono essere ammirate dai visitatori e identificate attraverso immagini con didascalie che scorrono su uno schermo installato all’esterno della mega teca. Un incrocio tra storia e modernità che crea stupore e attenzione unito in un racconto tra antichità e modernità. Nel caso le condizioni atmosferiche non consentono l’utilizzo dello schermo esterno è comunque possibile visualizzare le opere da una postazione attiva all’interno nell’atrio del museo. IL nuovo direttore Paolo Giulierini è molto orgoglioso di questa mostra e ritiene che questa esposizione rappresenti un punto fermo da dove sviluppare l’idea di come bisogna rivisitare l’allestimento permanente di un museo come questo archeologico di Napoli, ovvero l’idea è quella di affiancare le nuove tecnologie all’esposizione classica, sviluppando l’idea stessa di un museo archeologico e portarlo al mondo in una veste nuova fatta di comunicazione e tecnologia. Questa è la scommessa che intende vincere il museo archeologico nazionale di Napoli e questa imperdibile mostra rappresenta il punto di partenza.

DANIELA MEROLA

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Daniela Merola

Un saluto a tutti, sono Daniela Merola, scrittrice, blogger, giornalista e il mio sentiero è sempre stato "il coraggio delle proprie idee".

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