Barbari, una serie che non ricostruisce bene il quadro storico
Barbari (Barbaren) è una serie televisiva tedesca del 2020, prodotta e distribuita da Netflix. Dovrebbe celebrare la forza dei Barbari (tedeschi) divisi in tanti clan che iniziano a unificare gli sforzi contro il “nemico” romano.
La serie è un racconto fittizio degli eventi durante l’occupazione della Germania da parte dell’Impero Romano e la conseguente ribellione delle tribù germaniche guidate da Arminio. I secolo d.C., i romani, guidati dal generale Varo, chiedono incessantemente tributi ai barbari, divisi in varie tribù in conflitto tra loro.
Fra i soldati imperiali, milita Arminio, il quale tempo prima era il figlio del reik di una delle tribù germaniche, poi preso come ostaggio e cresciuto dallo stesso Varo come un figlio. Ritornato nella sua terra natia, Arminio dovrà affrontare non solo i compagni d’infanzia come Thusnelda e Folkwin, i quali hanno intrapreso una relazione sentimentale, ma dovrà anche accettare le sue vere radici germaniche. Arminio, diventato conscio di poter diventare il re delle tribù di tutti i germani, sposando Thusnelda, guerriera e finta profetessa che forma un collante tra le varie tribù, affronterà i soldati imperiali nella celebre battaglia di Teutoburgo.
Fin qui la narrazione, ma pur volendo essere accondiscendente, non passa e non può passare il filo narrativo: Roma, corrotta e debole inizia a scorgere le prime crepe del suo vasto impero scontrandosi contro i forti barbari.
Non può passare perché nel 9 d. C. Roma una forte potenza mondiale ancora in crescita. Non vi era davvero tanta corruzione (almeno non come celebrata nella serie TV). Roma attraversa un periodo tranquillo, anzi di sviluppo economico e sociale. Soprattutto non passa perché i barbari riuniti non erano tanti Clan divisi che piano piano si raccolgono sotto la bandiera delle rivendicazioni contro la potenza romana. Questi barbari in realtà erano tanti popoli (e non tante tribù), con provenienza diversa, diverse ispirazioni e abitudini, diverse divinità e lingue diverse.
Insomma l’apparato storico è davvero debole. Infine e a tratti insopportabile: la staffa (quell’affare dove il cavaliere ci mette il piede) fu inventata nell’Alto Medioevo, invece in questa serie ambientata 1000 anni prima le selle hanno staffe modernissime.
E’ vero che qui Roma ha subito (una volta, un’unica volta direi) una sconfitta terribile, ma da qui a ricostruire una serie e dare dignità politica e ideologica all’episodio è davvero una forzatura.
Detto ciò la serie per recitazione, fotografia e sviluppo merita comunque una sufficienza.
Voto: 6
Età: 16+
Gianfranco Natale
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