Cultura

Ezio Bosso ci ha lasciato tanti doni

La prima volta che ho visto in TV Ezio Bosso ho avuto “paura”.
Era “strano” uso questa parola con la sensibilità che forse non ho. Intendo dire che era “altro”, speciale, unico. Non era un uomo di spettacolo pur essendo spettacolare. Naturalmente era una sensazione solo iniziale. Raccontava il suo dolore in ogni gesto, senza apparire doloroso.
Era così naturale, semplice e un po’ “ingarbugliato”. Non vi era logicità in questo artista.  Poi l’ho sentito suonare e i nodi si sono sciolti. Magnifico. L’ho visto dirigere e il suo corpo diventata armonico, si contorceva fino a far vibrare parti celate della nostra anima. Ascoltando le sue parole si capiva chiaramente che egli stesso si sentiva lo spartito della sua arte. Ecco, secondo me, come faceva a superare il dolore: lui non era solo Ezio Bosso, era la musica. Diceva: Dateci tempo, la musica ha bisogno di tempo. Tutti abbiamo bisogno di tempo. E il tempo non è scandito dall’orologio, ma dall’armonia. Dall’amore, aggiungerei. Per la musica, per la vita. Per i libri, l’amore che custodiamo nel cuore.
Insomma, una persona straordinaria che non è passata invano e che ci ha riempito di doni.
Questo conta, credo.

Gianfranco Natale
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