“Il bacio di Giuda” di Sveva Casati Modignani
PER “PENSARE PAROLE”: recensione libro “ IL BACIO DI GIUDA” di SVEVA CASATI MODIGNANI
Dopo 27 romanzi con l’ultimo “la moglie magica” uscito quest’anno, ritorna la grande scrittrice Bice Cairati in arte Sveva Casati Modignani con questo piccolo libro autobiografico, 168 pagine, dedicato alla figura misteriosa di sua mamma; un ricordo crudo, senza filtri di questa donna severa, autoritaria, una donna che ha vissuto male la sua vita, senza un briciolo di tenerezza, un racconto questo onesto, senza commenti né giudizi che Bice Cairati fa di sua madre, un ricordo lucido senza fantasie né preamboli; è il secondo di una trilogia che l’autrice dedica ai suoi ricordi d’infanzia; nel primo libro “IL DIAVOLO E LA ROSSUMATA” il protagonista era il cibo che fungeva da narrazione alla vita quotidiana, questo libro è retto dai sentimenti, dal racconto di ciò che erano i sentimenti di casa Cairati, sentimenti forti, contrastanti di un difficile rapporto tra Sveva/ Bice con sua madre donna intransigente e tra Sveva/ Bice e la nonna materna anch’essa donna dal carattere difficile. Una infanzia certamente non facile quella della piccola Bice il cui bisogno di raccontare le donne di casa Cairati è stato espresso proprio con questo libro; a compensare questa severità della madre c’era la figura adorabile del padre sullo sfondo della Milano post guerra, cioè dopo il 1945, una città ferita che fa da sfondo ad una famiglia che diventa lo specchio di una nazione che vuole ricominciare. L’atmosfera nella famiglia Cairati non era allegra ma Bice/ Sveva e suo fratello Lucio insieme all’amorevole padre hanno sempre trovato la forza per andare avanti, per essere ottimisti. Bice, futura Sveva Casati Modignani, non vorrà mai essere una donna come sua madre e sua nonna, così piene di rancore, risentimento verso tutto e tutti, un pessimismo assoluto verso tutto. Bice /Sveva vorrà una vita diversa e l’ha ottenuta con la forza della sua anima. In questo libro autobiografico la Modignani guarda in faccia i suoi dolori, i suoi ricordi, li affronta, li analizza e li supera con la forza della lucidità e della compassione/ comprensione in una specie di “TUTTO SU MIA MADRE” stile Almodovar. Ne viene fuori altresì un libro sull’ottimismo, sulla determinazione della scrittrice di non abbattersi mai alla tristezza e di essere come le protagoniste dei suoi romanzi, tutte donne combattive che affrontano la vita con forza.
DANIELA MEROLA