Libri

La probabile evoluzione della vita davanti ai pixel

Trovo in alcuni momenti della vita, assolutamente illuminante imbattersi in un libro scritto da un autore esordiente che abbia oltre ad una buona penna anche una buona e sana mente, le due cose purtroppo di questi tempi non vanno sempre di pari passo; per una come me che legge tantissimi libri all’anno sono come le comete che passano ogni 150 anni.
Detto tutto ciò, vorrei far parlare con questa mia intervista l’autore Dario Lombardi di In estasia, edito dalla Kimerik, e porgervi almeno un po’ di curiosità alla lettura del suo primo romanzo.

Ci parli delle tematiche che tratta nel suo libro In estasia e la scelta di questo titolo così particolare. Partiamo dal titolo: quando, arrivato a metà libro, raccontai a un mio amico di cosa parlava, mi disse che somigliava a 1984 di Orwell. Io non lo avevo mai letto, per cui lo comprai e arrivato alla fine capii che era un paragone azzeccato, fin troppo a dire il vero. Ho apportato dei cambiamenti per non farlo assomigliare troppo, ma in fondo quell’aura “grandefratellesca” rimane sempre lì, giorno dopo giorno e notte dopo notte. Estasia è uno degli stati di 1984, ho pensato di far richiamare a quel libro usando un titolo che lo ricordasse. Successivamente ho aggiunto “In” perché un libro di nome Estasia esisteva già. Detto questo, “In Estasia” è un racconto surreale su come potrebbe evolversi la vita delle persone se queste rimanessero sempre più a contatto con televisioni, pc, tablet e compagnia bella. Si arriva ad un punto in cui non riescono più a staccarsi dalla tv e a vivere la loro esistenza secondo le esigenze televisive. In mezzo a tutto questo, una storia d’amore, un’analisi sprezzante e sarcastica della società odierna, cinismo, demenzialità e un reality in cui i partecipanti sono dei cavalli. Non ci facciamo mancare niente!

Cosa si aspetta dalla società di oggi e cosa auspica per il domani? Mi piacerebbe che la si smettesse di dire frasi del tipo “si stava meglio quando si stava peggio”. Vale sia per il presente che per il futuro.

Orwell, Bauman, quali altri scrittori l’hanno ispirata? A dire la verità non credo di essere stato ispirato da altri scrittori, di sicuro non questi due. Se proprio devo trovare un personaggio famoso che mi ha ispirato, farei due nomi: uno è Marino Bartoletti, che con le sue incredibili bartolettate di Euro2008 ha fatto sognare molti dei miei amici. Un altro nome è Jeremy Clarkson; i suoi editoriali spesso non li condivido perché li considero privi di fondamento, ma la sua scrittura è molto simile alla mia: dissacrante. 

Cosa vede nel prossimo futuro come scrittore? Ho un altro libro in cantiere, ma si trova allo stato embrionale, non so ancora dove andarlo a far parare. Per il resto, spero che già questo venga apprezzato, sarebbe già tanto per me!

Cosa spera che possono apprendere i  lettori dalla lettura del suo romanzo?  Mi piacerebbe che ogni persona pensasse con la propria testa invece che con quella di altri. E dal momento che finora ho sentito diverse versioni su come vengono trattate certe tematiche nel mio romanzo, direi che al momento ci sto riuscendo.

Lei è un giovane scrittore alla sua opera prima, ci racconti un po’ di se stesso. Mah, non c’è molto da dire: non ho un lavoro fisso, vivo con una gatta e mi piace viaggiare (come tutti del resto), anche se non ho fatto molte trasferte in vita mia. Per ora il mio posto preferito rimane Valencia, dove una piccola parte del mio cuore è rimasta e dove spero di andarla a riprendere il prima possibile.

 

Ringrazio l’autore per l’intervista.

 

Anna Pizzini

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