Sicilia

La ricerca “Pendolaria” mette in risalto la mancanza decennale di infrastrutture e di treni veloci in Sicilia

Pendolaria è una ricerca prodotta da Legambiente e misura la qualità dei viaggi ferroviari in Italia. L’ultima ricerca è stata appena pubblicata ed è impietosa per tutto il Sud e per la Sicilia in particolare.
Il panorama è per il Sud e la Sicilia disastroso.
Esempio emblematico ne sia che una delle linee peggiori d’Italia è la Catania-Caltagirone-Gela. La ricerca analizza nel dettaglio i treni e viene fuori che “Persistono le differenze nelle aree del Paese, e a pagarne lo scotto è soprattutto il Mezzogiorno, dove circolano meno treni, i convogli sono più vecchi – con un’età media di 18,5 anni, in calo rispetto a 19,2 del 2020 ma molto più elevata degli 11,9 anni di quelli del nord – e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. Le corse dei treni regionali in Sicilia, ad esempio, sono ogni giorno 506 contro le 2.173 della Lombardia, quando la popolazione in Lombardia è pari al doppio dei siciliani (rispettivamente 10 e 5 milioni) con un’estensione inferiore a quella dell’isola”.
Il territorio siciliano è privo di treni veloci (in SICILIA è completamente assente la cosiddetta freccia rossa).
Spesso nell’Isola si viaggia sul binario unico e vi sono tratti con un’infrastruttura vecchissima e addirittura pericolosa.
Da anni da questo giornale partono provocazioni e proposte. Nessuno sviluppo è davvero completo (e possibile) se non si parte dalle infrastrutture.
La lentezza dei treni in Sicilia è esasperante, mancanza di collegamenti con punti nodali come aeroporti e grandi città. Basterebbe realizzare linee veloci che collegano l’Isola verso gli aeroporti per rendere dinamico il turismo.
Sappiamo che gli aeroporti siciliani sono pochi, ma aiuterebbe tantissimo realizzare dei collegamenti interni (VELOCI) direttamente dentro l’aeroporto. Semplificare la vita a questi siciliani e ai tanti turisti che vorrebbero venire in Sicilia e sono scoraggiati da infrastrutture vetuste o addirittura assenti. L’unica ancora di salvezza (forse l’ultima) è il PNRR che stabilisce somme importanti per le linee ferrate.
Adesso è importante investire sui treni veloci che permettano uno sviluppo autopropulsivo dell’Isola. Adesso o davvero il Sud rimarrà agganciato all’Africa invece di correre veloce verso un destino europeo.

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