La serie Tv “M – Il figlio del secolo” non regge il confronto con il libro
Recensione di “M – Il figlio del secolo”
“M – Il figlio del secolo”, la miniserie diretta da Joe Wright e ispirata al celebre romanzo di Antonio Scurati, è un ambizioso tentativo di raccontare l’ascesa al potere di Benito Mussolini, ma risulta, purtroppo, una delusione se comparata al materiale originale.
Pur essendo una produzione di alta qualità, con un cast eccezionale che include Luca Marinelli nel ruolo di Mussolini e una sceneggiatura che riflette un grande lavoro di adattamento, la serie fatica a rispecchiare la vitalità e la profondità del romanzo. In cerca di emulare la precisione dei dettagli storici, la miniserie sembra cadere nella trappola di una fedeltà formale che la priva di spessore emotivo. Mentre il libro di Scurati riesce a penetrare nell’animo del protagonista e nella sua complessa relazione con il potere, la serie, pur volendo essere critica e provocatoria, finisce per presentare un Mussolini più iconico che umano, più simbolo che individuo.
L’approccio estetico di Wright, con il suo mix di riferimenti al cinema e la scelta di una colonna sonora elettronica curata da Tom Rowlands dei Chemical Brothers, certamente conferisce un’impronta stilistica interessante. Tuttavia, questa scelta, pur innovativa, si scontra con la serietà della materia trattata, creando uno stridente contrasto che spesso sembra fuori luogo, come se volesse giustificare un’energia che, in realtà, manca nei dialoghi e nei momenti di riflessione.
Uno degli aspetti più criticabili è la gestione della tensione narrativa: sebbene la serie si proponga di essere un affresco storico dinamico, il risultato è che la storia diventa una mera sequenza di eventi, senza mai arrivare a scalfire veramente il cuore della complessità morale e politica che il libro affronta. Mussolini non è solo un uomo di potere, ma un personaggio che, nel romanzo, offre spunti di riflessione sull’ambizione, la manipolazione e la distruzione, temi che, purtroppo, nella serie sono trattati in modo troppo superficiale.
La recitazione di Luca Marinelli è comunque notevole, riuscendo a incarnare il fascino e la pericolosità di Mussolini, ma anche qui, la serie non riesce a sfruttare pienamente la sua performance. In un libro ricco di sfumature, il personaggio di Mussolini emerge come una figura complessa, mentre nella serie il suo fascino finisce per sembrare più un semplice strumento di manipolazione piuttosto che una caratteristica cruciale della sua ascesa.
In conclusione, “M – Il figlio del secolo” è una miniserie che, pur avendo tutte le premesse per essere un’opera significativa, delude soprattutto per la sua mancanza di quella vitalità e di quella profondità che caratterizzano il libro di Scurati. Cercando di rimanere ancorata ai dettagli storici e visivi, perde di vista ciò che rende la narrazione realmente affascinante e inquietante: la psicologia del protagonista e l’impatto delle sue azioni sulla società.
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Piattaforma: Sky
Voto: 6,5
Età: 16+