Lo sport è sempre piacevole
Sono stata sempre un’assertrice del fatto che ogni volta che si legge un libro, questo un po’ cambia la nostra vita, vuoi per una visione di punti di vista differenti, vuoi per argomentazioni che ci fanno riflettere, a mio avviso qualcosa in noi muta. Così è stato per me leggere Azzurro come il cielo di Michele Ventrone, edito dalla Kimerik, anch’io ora so un po’ più di calcio e grazie alla sua scrittura leggera e fruibile, mi sono avvicinata a questo sport. Quindi come potete immaginare è un libro adatto proprio a tutti e a tutte, parola di una profana. Ora aggiungo, a tutto questo, anche un’intervista con l’autore che ci fa comprendere meglio la nascita e lo sviluppo del libro. Buona lettura!
L’argomento del suo libro è chiaro sia per il titolo sia per la copertina, cosa ci vuole raccontare attraverso il suo romanzo? Innanzitutto più che un romanzo lo definirei un “diario” perché racconta, al termine delle partite, tutto quanto successo prima, durante e dopo di esse. L’intento è di raccontare tutte le sfaccettature in modo che in un futuro, vicino o lontano che sia, il lettore abbia una visione nitida di quelle partite, ma anche omaggiare la nostra nazionale di calcio, da sempre amata dentro e fuori il nostro paese.
A volte le passioni sono così grandi e molto sentite che abbiamo bisogno di raccontarle agli altri, per farli partecipi, questo è quello che ha voluto realizzare lei? Assolutamente sì. Come già spiegato prima, l’obiettivo principale resta sempre quello di far rivivere al lettore le passioni e le emozioni che nel momento hanno trovato spazio nel mio e nel nostro interno. Riflessioni, cronaca dei gol, highlights, opinioni personali, tutto ciò concorre verso quell’obiettivo.
Per quanto io non ami il calcio, il suo romanzo è scorrevole, leggero e molto comprensibile anche per una profana come me, questo era il suo intento, arrivare a tutti? Sì. Tanto è vero che c’è una parte introduttiva dedicata proprio alle regole del calcio in modo che anche i principianti di questo sport potessero capirne qualcosa, è uno degli obiettivi principali che mi ero prefissato durante la stesura di questo libro.
Quello che racconta è frutto della sua fantasia basato sull’esperienza, oppure è tutto inventato? Tutto vero. Sono narrati fatti realmente accaduti e cioè partite di calcio della nazionale italiana dal 2010 al 2017, anno della clamorosa débâcle alle qualificazioni del campionato mondiale 2018. In più c’è una parte introduttiva sulle regole del calcio e una parte dedicata all’excursus storico della nostra nazionale.
Quanto tempo ha impiegato per terminare la sua opera? E’ stato un arco di tempo piuttosto ampio. Scrivendo passo passo, subito dopo ogni partita, la narrazione è andata dal 2010 al 2017, quindi si è estesa per un periodo di otto anni. La parte dedicata alle regole del calcio e all’excursus storico è stata scritta, all’incirca, nel 2016.
Lei nella vita fa un lavoro interessante ed impegnativo, la scrittura l’aiuta a rifugiarsi in un mondo parallelo? E’ un po’ difficile ma ci provo. Devo riconoscere che si tratta di due mondi completamente diversi. Essendo, infatti, un tecnico di radiologia, nel mio lavoro non mi rapporto quasi per niente con la scrittura e questa cosa non mi aiuta di certo. Ad ogni modo è utile per staccare un pochettino e anche per trovare energie nuove e diverse.
Cosa le attende, nel prossimo futuro, come scrittore? Ho varie idee per la testa ma si tratta di cose molto articolate e che, quindi, non so se riuscirò a concretizzarle su carta. Non voglio svelarvi molto per conservare la vostra curiosità. Posso solo dire che, probabilmente, dopo la parentesi Racconti di eroi di vita (raccolta di racconti che non hanno niente a che fare col calcio) tornerò a scrivere di questo bellissimo sport; questo resta, infatti, il mio argomento preferito e che, tra l’altro, ha segnato il mio esordio come scrittore con Cuore rossonero.
Anna Pizzini