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L’uomo che vendeva ricordi

Donato Di Capua non ha bisogno di presentazioni per il pubblico, lo si conosce da anni per le sue pubblicazioni. I romanzi dello scrittore sono sempre una grande sorpresa per il dispiego di sentimenti che riesce a trasmetterci, mi stupisco sempre di fronte ad un suo nuovo scritto pensando che non possa superare se stesso ma lo fa, invece, costantemente e con enorme bravura. Rieccomi ad intervistarlo per l’ennesima volta con enorme piacere, spero che lo sia anche per tutti quanti voi. Il suo ultimo romanzo L’uomo che vendeva ricordi, edito dalla Kimerik, è subito disponibile alla vostra lettura.

Il tuo nuovo romanzo ha un titolo affascinante L’uomo che vendeva ricordi. Com’è avvenuta la scelta di questo titolo? Ero in Liguria, a Imperia, e girovagando in centro ho visto un negozio di antiquariato, sono entrato attratto dalla varietà di oggetti esposti. Apparentemente sembravano messi lì alla rinfusa, ma quando sono entrato, ed il proprietario ha iniziato a parlarmi di quei pezzi di storia, sono diventati tutti coerenti con quello che era il loro valore nel tempo…Lui me li descriveva donandogli un’ anima ed ecco la mia idea: questo non vende una merce, vende ricordi…Poi avendo deciso di devolvere i diritti d’autore del primo anno  all’associazione Alzheimer Basilicata, l’incastro è stato perfetto…

Parlaci un po’ della trama del tuo romanzo. Siamo davanti ad una storia che incrocia passato e presente come se tra loro non ci fosse distinzione alcuna, vive il sollazzo delle ore in un turbinio di impressioni vitali che coinvolgono, a volte spaventano, tante altre incoraggiano. Esse si chiamano ricordi. Questo libro ci insegna a non scappare da ciò che fa male ma tempra, da non fuggire da ciò che è felicità per paura che sia illusione. Con questo mio scritto do la possibilità a tutti di essere Emanuele, protagonista del libro insieme a Gustavo. Quest’ultimo, entità a metà tra il passato ed il presente, tra ciò che reale fu e quanto invece adesso esiste ed è visibile. Si pone come amico, custode del passato sedimentato ma mai affrontato, ed in qualche modo si affida anch’egli al suo discepolo spirituale, insegnandogli umilmente la vita. Per “vita” intendo il dialogo perenne ed immorale tra passato, presente e ciò che sarà. Perché il futuro è figlio eletto del tempo, ed il tempo, per la logica intrinseca del suo scorrere, passa per ieri, arriva ad oggi e si sedimenta nel domani. La copertina del volume, splendida opera di un artista ligure, Sergio Nappo, tocca con le parole mute dell’arte, le corde più profonde della mente, del cuore e dell’anima, suggerendo con forme cromie i significati intrinseci di ciò che conta e dando un volto all’uomo che vendeva ricordi. Emozioni per chiunque vorrà esserne coinvolto, qualcosa di più concreto, ovvero i diritti d’autore ricavati nel primo anno dalle vendite, all’Associazione Alzheimer Basilicata. Ulteriore omaggio, questo, ai ricordi, all’importanza vitale che essi rivestono per l’uomo, sostegno per chi per forza maggiore è costretto a vivere senza. “Corre più veloce il tempo o l’uomo? Vivono più i ricordi o i pensieri?”: inneschiamo la diatriba che da sempre fa scontrare la realtà con l’inconscio ed attendiamo i frutti di questo nuovo albero di vita, racconto di tempo che tempo non ha e che si innesta immortale, a coltivare il per sempre.

Di solito quanto tempo impieghi a finire una tua opera? Scrivo immergendomi in una dimensione parallela, nel fantastico. Vivo le storie, faccio pensare e parlare i personaggi… Scrivo in ogni istante di tempo rubato alla mia frenetica vita. Nel mondo della scrittura non esiste il tempo, perché sono io a crearlo a farlo scorrere, a plasmarlo. Scrivo più cose contemporaneamente ecco perché in ogni romanzo c’è il titolo di quello successivo… Quattro romanzi in quattro anni, sto forse esagerando?

Ogni tuo libro è un successo. Qual è il tuo segreto? Scrivo perché in un momento preciso della mia vita un’idea prende il sopravvento sui miei pensieri, devo assecondare e coltivare quell’idea…Nella scrittura mi piace spaziare, senza limiti, senza un filone che deve intrappolare un autore in un ambito. Non voglio un’etichetta. Mi piace andare a briglia sciolta in un mondo fantastico chiamato scrittura. L’ispirazione non la trovo né la cerco. Viene da sola. La vita stessa è ispirazione, quindi perché cercarla, basta vivere.

Durante la presentazione dei tuoi libri quale tipo di pubblico speri di catturare? Ogni tuo libro è un successo. Qual è il tuo segreto? I miei libri nascono per essere rivolti a chiunque abbia voglia di sentimento, di emozione, di rivivere i valori portanti dell’esistenza. A chiunque desideri, almeno per un attimo, di essere immortale, come un sorriso, come l’aria, come i sogni.

Sono stata sempre una tua fedele lettrice, quindi conoscendoti, penso che hai in mente già la trama per un altro romanzo, è così? Sto lavorando alla creazione della mia nuova creatura, una nuova storia ricca di sentimenti, perché per me la scrittura è il mezzo, il modo ed al tempo stesso il fine per espletare la mia parte migliore, quella che sogna l’eternità delle vite e dei ricordi e che non smetterà mai di guardare oltre la siepe dell’esistenza terrena per spingersi nel tempo dell’immenso.

 

Anna Pizzini

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