“La piramide di fango” di Andrea Camilleri
PER”PENSARE PAROLE”: recensione libro per martedì 17 giugno 2014
“la piramide di fango” di Andrea Camilleri SELLERIO EDITORE;
E siamo giunti al 22° libro sulle indagini del mitico, inossidabile commissario Montalbano; ormai Andrea Camilleri è una fonte inesauribile di idee e ogni volta si attende sempre con trepidazione una nuova indagine del Commissario Montalbano. Il tempo passa e anche Camilleri con il suo fantastico personaggio nazional-popolare nel senso più sublime del termine può diventare un po’ ripetitivo e mostrare qualche punta di stanchezza, qualche passaggio a vuoto che in questa nuova indagine c’è fermo restando il fascino del classico, il fascino di questa icona della letteratura italiana che ancora resiste nonostante qualche ripetitività di troppo. Questo nuovo romanzo esce a 20 anni di distanza dalla pubblicazione del primo romanzo e quindi è lecito qualche sottrazione alla fantasia e all’inventiva. La nuova indagine parte con una Vigata sotto la pioggia, una pioggia persistente che tutto travolge lasciando una piramide di fango che si insinua ovunque e tutto ricopre; l’atmosfera è cupa e inusuale per VIGATA e quasi irreale creando un senso di sporcizia. Montalbano è impegnato questa volta in una indagine che riguarda i cantieri edili, gli appalti pubblici, corruzione e legami tra politica e imprenditoria, un tema molto attuale in Italia come gli ultimi scandali ci dicono in questi mesi. Una indagine nel fango, il fango viscido della corruzione, il mondo degli appalti assegnati irregolarmente. Tutto inizia quando Montalbano viene svegliato da una telefonata di Fazio che lo informa del ritrovamento di un cadavere, GIUGIU’ Nicotra contabile unico di una ditta edile di VIGATA che è stato sparato alle spalle mentre cercava di fuggire dal suo assassino; la vittima, mezza svestita, cercava riparo in una specie di galleria. E’ una indagine cupa, piena di sfumature oscure, una piramide di fango che tutto invade: mazzette, evasione fiscale, la parte più brutta dell’Italia. Subito Montalbano capisce che questa morte è una esecuzione mafiosa, la malavita che si è intrufolata come il fango nell’imprenditoria e nell’edilizia. E’ l’intuito sopraffino di Montalbano che gli permette di chiudere questa indagine fangosa e avvilente. Nonostante manchi un po’ di humour questo ultimo romanzo di Camilleri è avvincente e con una sottile aria di speranza che bene fa immaginare il futuro di Montalbano.
DANIELA MEROLA