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Perché noi non dovremmo festeggiare halloween

Ho sempre pensato che erano dentro una sorta di perbenismo di facciata tutti coloro che difendono il sacro momento patriottico dei morti a discapito della festa amerikana e commerciale di halloween. In fondo che male c’era se arrivava il messaggio nazional popolare del famoso “scherzetto” “dolcetto”.

Tutto era mediato e le “cose” americane arrivavano attraverso la cinematografia.
Adesso però il mondo è a testa in giù. Siamo tutti social, orrenda parola per definire la bolla di isolamento dalle relazioni. E le feste, i sentimenti, le emozioni le mediamo in via immediata attraverso facebook e tutti gli annessi sociali (che è un po’ un eufemismo). Comunque vado al nocciolo della questione: l’uomo ha bisogno di meditare sui defunti. Devono rivivere nei nostri cuori. Abbiamo bisogno di più pensieri e meno zucche.
C’è un posto del mio cuore dove risiede potente e immaginifica la memoria. Non la posso postare, non posso condividerla. Chi cancella il giorno dei ricordi e dei cari con il giorno del dolcetto scherzetto sta commettendo un danno irreparabile.

Noi non siamo americani perché abbiamo millenni e secoli da gestire. Per loro una cosa degli anni 70 (cioè 1970) è vintage. Per noi è uno zio. Per gli “americani” un palazzo del 1700 ha una seduzione ancestrale. Per noi un edificio del 1700 non passa a volte neppure tra i beni culturali censibili. Quel che intendo è che abbiamo una memoria da custodire e il giorno dei morti è una palestra della nostra storia. Più zucche vedo e meno futuro mi immagino per questa Italia indifesa e in mano a politici banali e inadeguati.
Quel che intendo è che questi sono giorni importanti, intensi. Riflessivi. Giorni che precedono la memoria di chi non c’è più. Pensiamo a questo…

 

Gianfranco Natale
© Riproduzione riservata

 

 

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