Recensione “Non smettere mai di pensarmi” di Elena Ana Boata
Arriva un momento nella vita in cui eventi drammatici
o una grave malattia si manifestano per avvisarci che stiamo
seguendo un cammino sbagliato.
Non smettere mai di pensarmi racconta la storia di Massimo, uomo tutto dedito al lavoro che, già da qualche tempo, sembra aver perso di vista i veri valori della vita, circondato da una famiglia che si è persa e che è tenuta insieme ormai solo da meri rapporti di convenienza economica e di immagine: la moglie lo tradisce, così come lui fa a sua volta, il figlio lo tratta come una banca. La sua vita scorre così, in maniera sterile e passiva, fin quando un giorno, durante una delle solite apparizioni di vita sociale, quelle in cui indossa la consueta maschera, un improvviso e spietato contatto con la realtà gli cambierà il modo di vedere tutto. Massimo si sente angosciato e impotente, non riesce a non ripensare a ciò che è successo, ma soprattutto si rende conto che è circondato da pura indifferenza, ipocrisia. Fa incubi la notte, soffre di attacchi di panico, non ci sono lavoro o amici che tengano. La famiglia, poi, non si accorge neanche del dramma che sta vivendo o, forse, non vuole vederlo.
Due eventi fondamentali cambiano la vita del protagonista, uno voluto e un altro fortuito: da un lato la coraggiosa decisione di volersi fare aiutare, accettare l’idea che certe sofferenze non siano solo passeggere e che non si sconfiggano da sole sarà la convinzione che lo porterà a frequentare uno studio di psicoterapia. Il cambiamento delle anche più piccole abitudini diventa per Massimo la molla fondamentale per una trasformazione totale, che non è un mutare ciò che lo circonda – o perlomeno non tutto – quanto modificare il modo in cui lui guarda a tutto questo. Una nuova prospettiva è la spinta verso la sua nuova vita che gli riserverà tante dolci amare sorprese (con un finale che lascia senza fiato e tutto da scoprire); tutto parte da un ambiente innocuo, come il bar dove si fa colazione ogni mattina prima di lavorare.
“quando ti renderai conto che inizierai a riflettere
sui tuoi gesti e su quelli di chi ti circonda, allora
vorrà dire che dentro di te è iniziato il cambiamento”.
Sull’altro versante, assistiamo all’incontro casuale con Roberta, una donna in piena crisi coniugale, vittima di violenze e soprusi. Le loro storie si intrecciano, i due si leccheranno le ferite e si aiuteranno, cureranno a vicenda.
Il processo di metamorfosi che ha inizio nella mente e nell’animo del protagonista scatena, come un effetto domino, una serie di conseguenze anche in chi gli sta attorno: Lucrezia, la moglie, e il figlio, Piero. I tre imparano a ri-conoscersi, a ritrovarsi come una volta, ognuno con le proprie mancanze, difetti, ma anche sorprendenti scoperte, passioni prima ignote, e soprattutto con una enorme voglia di ritrovare l’incastro imperfetto che tiene unito il nucleo famiglia.
Il romanzo di Boata è la storia di una rinascita che può coinvolgere ciascuno di noi che, indaffarati nella routine quotidiana, possiamo perdere di vista i veri valori e gli aspetti che nella vita contano davvero: la salute, la famiglia, l’amore, la dignità di essere uomini; quest’ultima, troppo spesso calpestata dalle dinamiche economiche e di potere, che si traducono in disperazione, fame, situazioni in cui unica scelta è la fuga verso l’ignoto, verso qualcosa che è di certo migliore di ciò da cui si fugge. Dall’aver visto con i propri occhi esattamente questo tipo di tragedie scaturisce nel protagonista una crisi profonda, esistenziale, baratro necessario alla risalita verso la vita vera.
di Elena Ana Boata
ISBN: 978-88-5516-626-3
Formato: Rilegato
Genere: Narrativa
Collana: Percorsi
Anno: 2020 – Mese: dicembre
Pagine: 204
Disponibile anche in formato eBook