Libri

Recensione “Ricordi in Covid” di Donatella Quintavalla

Il Covid ha cambiato le nostre vite, anche se apparentemente non per sempre, certamente ci ha fatto vivere mesi realmente singolari, e non possiamo nemmeno essere certi sia davvero finita.

C’è chi ha fatto tesoro di quei giorni passati in casa, ad aspettare la fine, l’uscita da tutto questo, il ritorno alla “normalità”. E non intendo impastando qualsiasi cosa fosse anche lontanamente commestibile, ma dedicandosi a una delle arti che ritengo più nobile, la scrittura.

È così, la scrittura – così come anche la lettura – ci viene in soccorso sempre, sin da quando l’uomo ha riscoperto la sua sensibilità che diverso lo rende dalle bestie, e lei, come una medicina, ci viene in soccorso, ci cura l’anima tenendola anche solo per qualche ora lontana dagli affanni.

Questo è ciò che ha fatto l’autrice Donatella Quintavalla che, con la sua penna, ha deciso di regalarci un caldo spaccato autobiografico della sua vita familiare.

Donatella è una donna di mezza età che ha deciso, con profonda nostalgia, di raccontare i ricordi di tutta la sua vita a partire dall’infanzia; ha deciso di non voler dimenticare nulla e lasciare una traccia indelebile affinché qualcuno possa ritrovarla un giorno o anche solo per se stessa, per scrivere un grande diario della sua storia.

Il libro si divide in tre grandi capitoli in cui l’autrice-protagonista ripercorre la storia sua e della sua famiglia, composta da elementi fondamentali ben impressi nel suo cuore: mamma Ives, nonna Corinna, i nipotini Franci e Alle, i cagnolini, le amiche…

Partendo dall’infanzia, Quintavalla riesce a tracciare un quadro completo della propria vicenda, soffermandosi sulla tenerezza di certi dettagli così come sulla tragicità di altri. Infatti, la sua storia non è solo quella di una famiglia felice, dei nipoti da coccolare, di una donna indipendente e motivata, grande tifosa, fan sfegatata di Ligabue, che decide all’improvviso di volersi dedicare a ciò che ama davvero… c’è anche il risvolto negativo, una piega che con grande probabilità la vita di ognuno di noi, purtroppo, può prendere. La malattia. L’autrice ha deciso di mettersi a nudo raccontando anche di questa fase della sua esperienza, con estrema lucidità, trasmettendoci tutta l’angoscia di quei giorni.

Tuttavia, lei riesce a trovare anche in questo spiacevole episodio l’aspetto positivo, la spinta per andare avanti anche con una forza maggiore di quella di prima. L’impatto con la malattia l’ha cambiata, l’ha fatta crescere e le ha donato occhi diversi con cui guardare al mondo anche durante la pandemia, quando tutti ci siamo un po’ persi d’animo, quasi apaticamente rassegnati. Il Covid non le ha permesso di dare un ultimo saluto alle persone care, come Carla, sua cognata. Eppure ha deciso di andare avanti e raccontare, delle videochiamate, delle giornate in casa, delle angosce, delle ambulanze con le sirene spianate giorno e notte…

I ricordi di Donatella si susseguono in uno stile piano, chiaro, coinvolgente, libero nel fluire del pensieri, motivo per cui spesso l’ordine temporale viene un po’ a perdersi, rendendo tutto più realistico.

L’autrice ci ha fatto dono di una grande parte della sua vita, ci ha fatti sognare con i ricordi d’infanzia e piangere con gli eventi tristi, e non possiamo che essergliene grati, augurandoci che questo sia il primo di una serie di “diari”, in cui scopriremo com’è la Donatella che ha superato anche l’ostacolo della pandemia.

 

Ricordi in Covid

di Donatella Quintavalla

ISBN: 978-88-5516-641-6
Formato: Rilegato
Genere: Diari e Memorie
Collana: Kalendae
Anno: 2020 – Mese: dicembre
Pagine: 190
Disponibile anche in formato eBook

Donatella Quintavalla nasce a Parma il 6 maggio 1959. Vive da sempre alla periferia della sua città godendo delle campagne circostanti e assaporando la bella vita di paese. Diplomata in ragioneria, da poco in pensione, fin da bambina ha amato scrivere, raccogliere ricordi ed emozioni, tanto che il suo diario di ragazza ha ispirato il suo primo libro “Zia Lella” edito dalla Casa Editrice Battei di Parma nel 2011. Dalla sua passione per la scrittura nascono, come dei “fermo immagine”, le sue poesie, dettate da un momento, un luogo, un’emozione. Molte sono entrate in raccolte di prestigio delle case editrici Pagine, Kimerik e Montedit. L’uscita di un piccolo romanzo, “Un giorno speciale della signora Aneire”, edito da Kimerik nel 2013, ha esaudito un altro suo grande sogno nel cassetto. Con questo libro torna a raccontare di sé, della sua vita, dei suoi amori di mamma, nonna e moglie, come un continuo di “Zia Lella” in questo complicato periodo storico segnato dal Covid19.

Share Button

Lascia un commento