Sicilia

Storia della Sicilia: Età medievale

Alla caduta dell’Impero romano d’Occidente, Odoacre ne ottenne la restituzione da Genserico dietro pagamento di tributo. Nel 493 Teodorico, re degli Ostrogoti, ne conservò il possesso senza più pagare il tributo. I Goti non fecero stanziamenti in Sicilia, così l’isola rimase di fatto nel dominio dei latifondisti romani (fra cui principale il vescovo di Roma) e questo facilitò la sua immediata adesione al generale imperiale Belisario quando vi sbarcò nel 535 d.C. incominciando la riconquista della penisola. L’isola rimase per tre secoli sotto la dominazione bizantina senza far parte né della circoscrizione italiana, né di quella africana, in dipendenza diretta da Costantinopoli, come una specie di dominio imperiale. È nota la grandissima influenza che continuò ad avervi la chiesa romana, che possedeva numerosi possedimenti amministrati da rettori inviati direttamente dal Papa.

Durante la dominazione Bizantina la Sicilia dovette subire una pesante tassazione che impoverì la popolazione. In una lettera del 595 destinata all’imperatrice Costantina, papa Gregorio Magno scrive:

«[…] In Sicilia un certo archivista della marina, per nome Stefano, accusato viene qual autore di molte e scellerate vessazioni. Egli s’impadronisce dei beni di ciascuno, piantando degli standardi sopra tutti i terreni e sopra tutte le case, senza cognizione di causa…. Fatene dunque […] su tosto consapevole l’imperator vostro sposo, perché tolga via dalla sua anima un sì grande e grave peso di colpa dal suo impero e dai figli suoi. Lo so ch’egli dirà che quel che si ritrae da queste isole, è impiegato nelle spese delle armate per loro difesa; ma si è questo forse il motivo del poco profitto ch’elle ricavano da tali riscossioni, essendo tolte altrui non senza mescolanza di colpa. […]»

(Lettera di papa Gregorio Magno all’imperatrice Costantina.)

L’esercito bizantino, comandato da Giorgio Maniace, sbarca nella Sicilia islamica (illustrazione dalla cronaca di Giovanni Scilitze)

 

Nel VII secolo, incominciarono le incursioni musulmane dall’Africa, che reputavano la Sicilia come punto strategico da dove si poteva controllare tutto il mar Mediterraneo. Verso la fine del VII secolo, la Sicilia sotto il regno di Giustiniano II, divenne uno dei themata (Sikelia) dell’Impero Bizantino. La successiva disgregazione dell’Impero bizantino e la sua debolezza, alimentarono un forte malcontento in Sicilia, così tra il 663 e il 668 l’imperatore d’Oriente Costante II trasferì la capitale dell’impero da Costantinopoli a Siracusa, ma, anziché portare benefici alla Sicilia e all’Impero, causò una lunga guerra tra le due città e l’indipendenza del thema di Sikelia. Il turmarca della flotta siculo-bizantina Eufemio di Messina, che aveva dichiarato l’indipendenza da Costantinopoli nell’823, venne cacciato dai nobili locali e sconfitto duramente dai Bizantini sotto la guida di Fotino, e fu costretto a fuggire in Ifriqiya (all’incirca l’attuale Tunisia).

 

Lì Eufemio trovò rifugio presso l’emiro aghlabide di Qayrawān, Ziyadat Allah I, a cui chiese aiuti per realizzare uno sbarco in Sicilia e cacciare gli odiati bizantini. I musulmani, che forse avevano già progettato un’invasione delle Sicilia, prepararono una flotta di 70 navi, chiamando al jihād marittimo il maggior numero di volontari. Eufemio, assassinato a Castrogiovanni durante l’assedio dell’828-829, verrà considerato come l’uomo che causò l’invasione islamica della Sicilia e l’inizio dei due secoli della loro dominazione sull’isola.

Share Button

Lascia un commento