“A visual life”, mostra fotografica
TRACCE DI CULTURA”:
MOSTRA FOTOGRAFICA “A VISUAL LIFE” DI DOROTHEA LANGE
STUDIO TRISORIO NAPOLI dall’8 giugno al 15 settembre 2016.
Dorothea Lange, una vera icona americana in mostra allo “studio Trisorio “ di Napoli: nei suoi scatti la forza degli ultimi. La Lange documentò i disoccupati, i senzatetto, le famiglie affamate in fuga dalle campagne. Si è inaugurata questa mostra fotografica allo “Studio Trisorio” di Napoli chiamata “a visual life”, un omaggio alla grande fotografa Dorothea lange. Lei è stata una pioniera del fotogiornalismo e dell’indagine socio-antropologica; ha saputo descrivere gli anni della “grande depressione “ americana come nessun altro. Allo “Studio Trisorio” si vuole celebrare questa grande artista e portare dinuovo su di lei l’attenzione che merita. Si tratta di una retrospettiva dal titolo “a visual life”con circa 30 fotografie scattate tra il 1930 e il 1940. Nata a Hoboken nel New Jersey nel 1895 la lange iniziò a lavorare scattando fotografie agli indiani “hopi”, per poi entrare nei programmi della “farm security administration”. I suoi scatti dal forte impatto comunicativo ed emozionale nascono con l’intento di cambiare, attraverso le immagini, la terribile situazione creatasi con la “grande depressione” che vide nelle zone rurali una terribile povertà degli agricoltori e delle loro famiglie. La sua foto “migrant mother” del 1936 è una icona di quel periodo, è la descrizione di tutto il fenomeno, uno scatto che è l’emblema di quegli anni e divenuto storia della fotografia. Lei, insieme a Walther Evans e Lewis Hine, si pongono all’inizio del fotogiornalismo come pionieri e fondatori del genere. La Lange rappresenta la fotografia che racconta la storia; per lei la foto deve raccontare l’umanità e le sue sofferenze, consapevole che l’immagine fotografica ha una potente fruizione visiva e il suo scopo è rendere immediatamente vicino e palpabile ciò che invece è distante e immobile. La partecipazione emotiva dei suoi scatti mostrano non solo la miseria e la disperazione ma anche l’orgoglio, la dignità, la voglia di riscatto. Un messaggio universale questo di Dorothea Lange. Per lei la fotografia è stata osservare profondamente il mondo e lo ha fatto con i suoi scatti scarni, essenziali. Il suo messaggio è stato mettere al centro del suo lavoro l’umanità in tutta la sua veridicità. Nel 1942 la Lange, in seguito all’attacco giapponese a Pearl Harbor, ritrasse la deportazione dei cittadini nippo-americani nel campo di internamento in California, considerati dei potenziali nemici e anche in questo caso i suoi scatti hanno ritratto l’essenza dell’uomo, la sua sconfitta in guerra. Dorothea Lange, il volto dell’America, il volto dell’umanità.