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Il Sud e la Sicilia soprattutto soffrono l’emergenza infrastrutture

Il Nord Italia è bloccato da frane, il traffico verso la Francia è fermo e subito ministri, onorevoli e tutta l’Italia politica si sta mobilitando (giustamente) cercando di interloquire con la Francia, progettando ipotesi e soluzioni: ottimo!
Ma questo dinamismo non vale per il Sud. Perché?
Il Sud, invece, vive un lungo periodo di traffico lento e quasi fermo. I flussi sono rallentati da mancanze di aeroporti e infrastrutture. Tutto tace.
L’aeroporto di Palermo è saturo: tutto tace.
Quello di Reggio non funziona, silenzio.
Quello di Catania funzionale e grande dipende dall’eruzione dell’Etna.
Il ponte sullo Stretto è un progetto che aleggia da mezzo secolo, ma non collega niente se non le illusioni di chi vive in Sicilia.
L’aeroporto del Tirreno che dovrebbe collegare l’area industriale delle ricca provincia di Messina con il resto del Paese è solo un disegno.
L’alta velocità è presente sono in alcune tratte (con pochi treni), in Sicilia assente. Silenzio!
Sembra quasi un disegno che vuole rallentare il flusso da Nord verso Sud, se non lo è, probabilmente lo è stato negli anni del boom, quando al Nord servivano operai del meridione e non volevano tornassero a casa. I Meridionali vanno verso Nord (per lavoro), ma restano “intrappolati”. Quando parlo di rimanere prigionieri del Nord, mi riferisco al fatto che se un operaio, uno studente meridionale vuole passare del tempo nella terra di origine deve pagare un biglietto d’aereo costosissimo, affrontare un viaggio pesante, lungo e faticoso. Coincidenze che non ci sono, frecce rosse assenti, pochi aeroporti e con voli proprio per questo carissimi.
Da qualche parte si dovrà iniziare a parlare della questione delle infrastrutture del Sud Italia.
Questa è ormai diventata un’emergenza, ma per favore, non nominate un commissario, basterà solo costruire: strade, ponti, aeroporti.

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