Penelope alla vita

Penelope alla vita “La fuga”

Sei un puntino, oramai, un puntino che posso anche schiacciare con l’indice, come fa un Dio con gli umani che l’hanno offeso.

Sei un puntino, oramai, una piccola macchia senza più contorni delineati.

Le linee marcate dei tuoi muscoli non terrorizzano più il mio sguardo, l’acre tanfo del tuo sudore non travolge più il mio olfatto e il sinistro sferragliare del tuo respiro affannato non affetta più il mio udito. Ora il rumore delle onde sovrasta ogni cosa che di te ingombrava la mia mente, Ulisse.

Chissà a cosa pensi ora, mentre mi vedi diventare altrettanto minuscola e ti rendi conto d’essere diventato un guerriero che non ha più alcuna guerra da combattere; ora che non hai più nessuna moglie che, accecata dalla speranza di un tuo “ritorno”, tesse e disfa metri e metri di scuse…

“Ha aperto l’anta della credenza mentre stavo arrivando, non mi ha vista…”

“Ho fatto l’esame del sangue e non riuscivano a trovarmi la vena…”

“Il pedale della bicicletta, mi è scivolato dal piede ed è finito sul ginocchio…”

Ulisse la nostra Odissea finisce con tu che resti vittorioso sui Proci e io che vado incurante dei cocci; con tu che resti e ti godi le lodi e gli applausi e io che fuggo e affronto una nuova, ignota Odissea.

Risalirò la corrente delle tue avventure, incontro agli occhi di quella Calipso di cui sei stato schiavo, non proprio allo stesso modo in cui io lo sono stata di te.

Supererò i canti di quelle sirene che hai desiderato ascoltare, per capire cosa avessero in più delle suppliche che ti rivolgevo e nemmeno sentivi.

Mi aggrapperò al ventre delle pecore, per rientrare nella grotta di Ciclope, per spalancare di nuovo il suo grande occhio e presentarmi: “Sono io il vero Nessuno… Ameno questo è ciò che sono stata per il cuore di colui che ti ha ingannato e purtroppo non sei riuscito a mangiare.”

Sei un puntino lontano, un piccolo livido sulla grande spiaggia che presto si lascerà inghiottire dal mare di nuove opportunità che mi si presenteranno dinanzi; ora che sono riuscita ad andarmene, a smettere di aspettarti. Perché tanto sei tornato, ma non quello che anni fa mi ha fatto innamorare.

Sento già il sale che cura le ferite che mi hai inferto, l’alito di Poseidone che accarezza il mio rinnovato coraggio e il leggero frullare d’ali di Hermes, in procinto di portarti il mio ultimo messaggio: Mi hai fatto così tanto male che ho smesso di provare dolore.

Addio.

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Eugenie Genin

Nel 2015 pubblica con la casa editrice Milena Edizioni il suo primo libro "Il basilico raccolto all'alba. Romanzo Erotico.

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