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Recensione di “Chi me lo fa fare” di Simona Mancini

Questo libro di Simona Mancini “Chi me lo fa fare” è una brezza di speranza sul futuro del nostro Paese, perché se abbiamo conservato la capacità di formare degli insegnanti così, allora saremmo domani ancora “maestri” di civiltà e cultura. In tempo di riflessioni e polemiche sul Piano varato dal Governo per la riforma della Scuola, leggere questo libro può aiutare a capire che cosa sia veramente quella che viene definita una buona scuola. Simona ci racconta la storia di una vocazione agli altri,che grazie all’applicazione negli studi, il sacrificio e l’apporto indispensabile di bravi insegnanti, si è realizzata in una delle più nobili occupazioni: la trasmissione del sapere e la formazione di giovani menti, nel loro periodo di massima recettibilita’. Ma l’autrice, conscia e orgogliosa di quello che che riesce a dare ai suoi studenti, con l’umiltà delle “grandi persone” ammette che quella con i suoi studenti non è una trasmissione a senso unico ma è un continuo dare e avere da entrambe le parti. Un insegnante, infatti, dal rapporto con i suoi studenti riceve un continuo arricchimento umano e professionale, che ogni anno potrà reinvestire in una nuova classe e ricevere in cambio nuovo arricchimento. Su questo punto posso confermare attingendo dalla mia esperienza. Uno dei miei più cari amici fin dai tempi dell’adolescenza, studente dotato di brillante intelligenza, decide di intraprendere questo percorso per diventare insegnante, ma allora non aveva ancora acquisito una solida maturità. E il periodo in cui ha cominciato a lavorare come insegnante di scuola media ha coinciso proprio con un periodo di grande ed evidente maturazione personale. Oggi non solo è un ottimo insegnante di matematica ma anche una persona completa in tutto e per tutto, e questo grazie anche ai sui studenti, ne sono piu’ che convinta!
Una buona scuola è un sistema che si autoalimenta e che non ha bisogno di altro apporto dall’esterno, che non sia il mettere entrambe le parti nella condizione di lavorare con serenità e di concentrarsi sul fine ultimo del loro incontrarsi ogni mattina: la trasmissione della conoscenza. Consiglio la lettura di questo libro a tutti gli insegnanti, sopratutto quelli che ogni tanto si pongono intimamente la domanda “chi me lo fa fare”. Poi lo consiglio a tutti i genitori che hanno figli in età scolare perché possano comprendere le difficoltà e le gioie del lavoro dell’insegnante, in modo che insieme entrambi possano collaborare nel difficile compito di educare e formare i futuri adulti.

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