Fiat cambia nome e trasloca. Nuovo capitolo per la storica azienda automobilistica
Si apre oggi un nuovo capitolo della storia della più grande azienda automobilistica italiana. Fiat trasloca, e da oggi in poi si chiamerà FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Da ottobre 2014 verrà quotata in borsa a New Yor e a Milano.
Dopo il trasferimento negli Usa, l’indebitamento dell’azienda, oggi settimo gruppo automobilistico mondiale nato dall’unione fra il Lingotto italiano e l’americano Auburn Hills, è calato a 6,6 miliardi di euro, con un utile netto a 1,9 miliardi.
FCA avrà sede legale in Olanda e sede fiscale in Gran Bretagna, e proprio riguardo la sede fiscale una nota del Lingotto ha precisato che «la scelta non avrà effetti sull’imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività». Quindi non dovrebbero esserci problemi per l’Italia, dove continueranno a lavorare gli impianti produttivi e non ci saranno cambiamenti sui posti di lavoro.
Una scelta “societaria” economicamente conveniente per l’azienda. “Verificheremo il pieno rispetto delle leggi fiscali italiane’” ha affermato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.
Perplesso Michele De Palma. Responsabile auto per la Fiom, che si recherà in Sicilia dove sono in corso le proteste dei lavoratori, per i quali si sta ricorrendo al licenziamento, dello stabilimento Fiat di Termini Imerese: “La Fiat non pagherà le tasse nel nostro Paese, ha deciso di delocalizzare, come ha deciso di quotare in un altro Paese. Da tempo la produzione in Italia è molto bassa, c’è la cassaintegrazione. L’azienda delocalizza con gli applausi delle altre organizzazioni sindacali”.
Fiducioso invece il premier Letta: “Fiat è diventato un attore globale e la questione della sede legale è assolutamente secondaria, quel che conta sono i posti di lavoro e le macchine vendute. Guardiamo con fiducia perché rappresenta un grande marchio italiano che vuole essere globale, penso che tutti gli italiani debbano tifare perché questo avvenga affinché gli investimenti annunciati vengano davvero rispettati come gli impegni sui posti di lavoro”.
Per maggiori info:
http://www.unita.it/economia/fiat-olanda-inghilterra-marchionne-chrysler-italia-torino-1.548162
Perché a Termini Imerese non si punta su auto ecologiche, elettriche, domotiche?!