Le scelte europee

Il bimestre ungherese, Orban imprigiona l’Europa

“Il bimestre ungherese”, Orban imprigiona l’Europa

L’Europa funziona male. Cioè per funzionare ha bisogno dell’unanimità che è un concetto che mal si applica alle democrazie. L’unanimità non prevede prese di posizione radicali. Addirittura è possibile solo nei regimi totalitari, qui, in effetti, l’opposizione non c’è perché è stata “sterminata”.
Dunque all’Europa accade un fatto strano: ha dilatato i propri confini, ma non si è data nuove regole.
E’ urgente intervenire. Abbiamo avuto un classico esempio:
445 milioni di abitanti (Abitanti dell’UE) sono messi sotto scacco da più di un mese dal putiniano di ferro Orban, presidente della Repubblica ungherese con circa 9 milioni di abitanti. Ha bloccato le trattative per il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia. Poi alla fine ha fatto mettere per iscritto delle specificità: lui avrebbe continuato a ricevere il petrolio russo.
Ha detto che avrebbe approvato, ma poi ha bloccato tutto di nuovo. Ha fatto modificare i trattati indicando un’ulteriore richiesta: l’esclusione del patriarca russo dal blocco dei beni.
Non è Orban a essere forte, ma è l’Unione Europea a essere debole e fragile.
Non si può più andare avanti così. E’ necessario che l’Europa adotti nuove istituzioni, voti a maggioranza, una modifica sostanziale dei trattati che preveda il voto a maggioranza, molto più democratico.
Si creerà così in modo naturale una selezione: paesi che vorranno una maggiore aggregazione e aree che decidono di mantenere una distanza notevole e una maggiore autonomia.
Non sarà un’Europa di Serie A e una di serie B.
Sarà un’Europa più Europa e un’area con spinte sovraniste e nazionali che scaricherà le proprie tensioni all’interno dei vari stati nazionali e non più dentro il contesto europeo.

 

 

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