“Ombre invisibili” di Maurizio De Giglio

Immaginate un romanzo corale, scandito dalla variopinta molteplicità dei personaggi, aggiungeteci le storie differenti di ciascuno di questi attori di carta ma tutte altrettanto interessanti e coinvolgenti, raccontate in maniera concisa, breve e mai noiosa: queste sono le Ombre invisibili di De Giglio, non alla sua prima esperienza letteraria.

Si badi bene, non dei racconti brevi e spensierati, ma degli attimi cruciali di esistenza, estratti, come casualmente, dalle giornate di alcuni personaggi che non sono altro che noi. C’è sempre un po’ di irrequietezza nelle righe di questo libro, come, del resto, è nella natura dell’uomo. Non un uomo comune; ma solo quello che sa ascoltare, comprendere e rendere parte di sé l’arte della lettura. L’ombra invisibile che l’autore pugliese vuole dipingere, dunque, è questo velo di malinconia e tristezza che rende opaca e buia l’esistenza dei personaggi, ritratti in capitoletti più o meno estesi, di piacevole lettura. Le brevi vicende sono catturate come in un’istantanea che si presenta davanti al lettore, vivida ed improvvisa, nel suo attimo di vita, per poi scomparire e lasciare spazio a quella subito successiva, già diversa anche sul piano formale – il punto di vista delle vicende è sempre mutevole.

Il lato oscuro della luna: questo ciò che si legge nelle pagine del romanzo; quei lati dell’io che, spesso, si tende a far tacere, nascondere sotto una patina di finzione, come polvere sotto al tappeto, per non vederla e, soprattutto, non mostrarla agli altri.

Il sentimento umano per eccellenza, la solitudine, emerge chiaramente; la seguono l’insoddisfazione, la frustrazione, l’angoscia, l’incomunicabilità, il senso di smarrimento, l’odio, la rivalsa. Si tratta di elementi che accomunano, tutti, personaggi diversi fra loro, anche per ciò che riguarda l’estrazione sociale. C’è Simona che, nella sua aberrante routine, cova un insospettabile desiderio di rivincita, immagina di organizzare una vendetta che possa liberarla da continui incubi notturni; c’è la disabilità, con l’emarginazione che ne consegue; c’è il fatale destino di chi, assalito dalla noia, si presenta a un inaspettato appuntamento con la morte.

Uno sprofondare nella mente umana, quindi, e nei suoi meandri più cupi, nei quali è inevitabile che il lettore riconosca un poco di sé.

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