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“The mind’s eye” recensione mostra

“TRACCE DI CULTURA”:

MOSTRA “THE MIND’S EYE” MUSEO PAN DI NAPOLI  dal 28 aprile al 28 luglio2016.

Si è inaugurata al museo Pan di Napoli la mostra “the mind’s eye”Henri Cartier-Bresson, l’occhio della mente che tutto vede ed elabora, una mostra fotografica del grande maestro francese che ha reso la fotografia un’arte. Henrì Cartier-Bresson (1908-2004) si definiva “un cacciatore in attesa dell’attimo fuggente”, quell’attimo che lui ha reso eterno con il suo sguardo sublime. La mostra “the mind’s eye” è a cura di Simona Perchiazzi, promossa dal comune di Napoli in collaborazione con la fondazione Cartier-Bresson e Magnus photos. In esposizione 54 fotografie che raccontano l’artista dagli inizi della sua carriera fino agli anni ’70 quando poi decise di dedicarsi alla pittura e al disegno, che lui in gioventù aveva studiato. Una vita in giro per il mondo, a raccontarlo il mondo con il suo obiettivo fotografico, espressione estetica ed iconografica ma anche sociale ed umana. Questa mostra consente di seguire il percorso artistico di Henrì Cartier-Bresson nella evoluzione della sua arte che va dal bianco e nero ad un terzo colore, un azzurro-grigio che definisce e scolpisce la realtà che spesso sfugge all’occhio umano ma che viene imprigionata dalla “mind’s eye”, dall’occhio della mente di Cartier-Bresson.
La mostra di Napoli, ha detto Madame Andrea Holzherr, direttrice delle mostre della Magnus photos, l’agenzia fotografica fondata dall’artista francese, raccoglie tutte le icone che Cartier-Bresson amava, le sue foto più belle, le immagini-chiave che hanno raccontato l’artista, uno dei maestri del fotogiornalismo anche, uno che lo ha inventato il reportage, il fotogiornalismo, il racconto per immagini. Cartier-Bresson non finisce mai di stupire perché la sua arte fotografica è come se spiegasse sempre qualcosa in più ogni volta che si guarda un suo scatto, come ad esempio i due scatti magnifici uno della campagna francese nel suo azzurro-grigio che rende la prospettiva infinita, e l’altro scatto della campagna indiana, scura e piena di ombre che raccontano la fatica del posto.
Cartier-Bresson lavorò anche a Napoli nella metà degli anni ’50 fotografando alcuni scorci che raccontavano le miserie lasciate dalla seconda guerra mondiale. Una mostra da visitare per osservare l’anatomia delle immagini impresse da Cartier-Bresson, le angolazioni, i chiaro-scuri, i contrasti, la profondità delle visuali impresse nella “mind’s eye”, nell’occhio della mente dell’artista e poi impresse in chi osserva i suoi scatti magnifici.

DANIELA MEROLA

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Daniela Merola

Un saluto a tutti, sono Daniela Merola, scrittrice, blogger, giornalista e il mio sentiero è sempre stato "il coraggio delle proprie idee".

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