Teatro

Il “Don Giovanni” al teatro Diana di Napoli

“TRACCE DI CULTURA”: recensione spettacolo teatrale “DON GIOVANNI”

Al teatro Diana di Napoli     dal 21 gennaio al 1 febbraio 2015-

 

Uno spettacolo ricco e sorprendente questo “Don Giovanni” di e con Alessandro Preziosi, con la compagnia del teatro stabile d’Abruzzo e con Nando Paone; uno spettacolo di altissima qualità prodotto dalla Kora teather; un “Don Giovanni” dell’età moderna, simbolo di una società che vuole sedurre e mistificare, questo è l’imprinting dell’allestimento di questo spettacolo teatrale. La scenografia è efficace, asciutta, minimale in tridimensione, una tridimensionalità quasi cinematografica che spiega con le immagini la società in continua mutazione e i sentimenti che muovono i protagonisti raccontando così le debolezze, gli errori, la ricerca di un qualcosa di vero, la perdizione di “Don Giovanni” in un continuo movimento di queste immagini. Questo “Don Giovanni” è l’emblema dell’età moderna, un uomo sospeso tra il passato e il futuro, l’emblema degli uomini di tutti i tempi; è sfuggente perché è alla continua ricerca di autenticità che non trova mai fino alla dannazione finale, un personaggio che è fino all’ultimo coerente del proprio stato d’animo di affabulatore, mentitore, mistificatore, disilluso e miscredente. E’ il summa del declino degli ideali, della purezza che è proprio di ogni epoca, nel ‘600 come ai giorni nostri.  Ben rappresentato in questo allestimento il “Don Giovanni” di Moliere a cui si ispira è un classico moderno perché racconta tutte le ipocrisie degli uomini, le loro bassezze e permette così una riflessione sulle scelte di vita, sulla religione, sulle scelte che si compiono secondo la propria natura. Fino alla fine “Don Giovanni” combatte contro la noia e la piccolezza del proprio animo ma senza riuscirvi finchè non brucierà nelle fiamme come metafora della propria sconfitta. L’adattamento teatrale di Tommaso Mattei mette in evidenza tutti i sentimenti possibili, l’ossessione, la noia, la tristezza che accompagnano il protagonista, il cui animo viene messo a dura prova dal suo fedele servitore Sganarello interpretato dal grande e efficacissimo Nando Paone che dona al suo personaggio quel sarcasmo e dedizione che lo rendono perfetto come contraltare all’animo errante di “Don Giovanni”. Alla fine anche lui cede alla solitudine e al fallimento del suo compito di salvatore del suo padrone. Nel finale dai toni neri e grigi si consuma l’inganno e la resa dei conti per l’animo di “Don Giovanni” perché nessuno può sfuggire alla propria maschera ed uscirne indenne. Uno spettacolo meritevole perché basato sui tormenti dell’animo umano espressi nell’estetismo dello scenario in tridimensione e nel senso “illuminista” della vita che pervade tutto lo spettacolo e che può essere proprio di ogni epoca.

DANIELA MEROLA

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Daniela Merola

Un saluto a tutti, sono Daniela Merola, scrittrice, blogger, giornalista e il mio sentiero è sempre stato "il coraggio delle proprie idee".

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