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10 anni di Facebook. La memoria è sulla timeline

In 10 anni sembra aver conquistato il mondo. Facebook, il social network con oltre 26milioni di utenti, due milioni dei quali tra gli over 56, è riuscito a coinvolgere internauti di tutte le età, sbarcando persino tra gli anziani.
A favorire lo sviluppo del social, le app sui telefoni cellulari, che consentono ai registrati di condividere con amici e non il proprio status, le proprie foto e la propria posizione nel mondo.
Non conosce stop neanche in borsa il titolo azionario, che nel maggio 2012 era partito a picco per ritrovarsi adesso con una capitalizzazione di 138 miliardi di dollari. A detta del Sole24Ore, se continua così, Facebook diventerà la società che, nella storia, ha raggiunto il tetto dei 150 miliardi nel più breve tempo dalla quotazione in Borsa (il record è di Google, tre anni).
E Mark Zuckerberg deve soprattutto ringraziare i propri utenti, che sembrano disposti a “postare” online le proprie vite, mettendo in discussione la privacy di ognuno, più o meno tutelata dal social network. Fu proprio il giovane studente di Harvard a mettere online il sito col suo personal computer, senza immaginare, forse, che un giorno sarebbero stati aggiunti oltre 41mila aggiornamenti al secondo. Unico a reggere il confronto è Google, che affianca gli 1,8 milioni di “mi piace” con i suoi 2milioni di clic per ricerche al minuto.
C’è chi non ne può fare a meno, chi ha cancellato il proprio account per poi crearlo o riattivarlo dopo qualche mese, chi ha ceduto iscrivendosi dopo averlo criticato per anni. Ormai, quasi nessuno riesce a tener testa al social network che si fa anche vetrina per le aziende, e non solo per i singoli individui.
Facebook ha saputo rimanere al passo con i tempi, ha inserito nuovi servizi, ha creato nuove app. E spesso, ha saputo combattere la solitudine di migliaia di persone, che si sono affidate ai social network per trovare un’interfaccia virtuale cui rivolgersi. Rimedio o malattia? Moltissimi i casi di truffe o cattivo utilizzo della Rete.
Nessuno può negare però che faccia parte della vita di ognuno, e della nostra memoria. Oggi, un click, ricostruisce la nostra storia su Facebook. Un nuovo modo di interagire con gli altri, una comunicazione orizzontale con chiunque, con i politici, con i sindaci delle città in cui viviamo, con le marche dei prodotti che consumiamo, con i personaggi televisivi che amiamo.
È necessario però saper gestire il confine tra online e offline, tra dimensione pubblica e privata. Facebook diventa a volte ciò che si vuole trasmettere di se stessi agli altri, inconsapevoli che il proprio self-branding sia anche una spinta verso la propria mercificazione nel mercato della comunicazione.

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