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Karmasutra di Izabella Teresa Kostka

Ka_R_MASUTRA è l’espressione più profonda della femminilità dell’autrice, è il sinodo tra carnalità e spiritualità di una donna come Izabella Teresa Kostka, carica di passione, di amore per la letteratura, di una forte spinta all’infinito che la attrae alla bellezza dolce di un verso intriso di significato. Il poetare della Nostra esprime con fermezza il suo attaccamento alla vita, alla passione in tutte le sue forme, all’essere intrinseco femminile che si estrinseca nei desideri dell’umanità. La Nostra sa creare un crogiolo perfetto fra innovazione e tradizione, mostra una grande conoscenza di autori classici, ma allo stesso tempo una grande capacità di “verseggiare” in un modo che appartiene soltanto a lei.
Accostandomi a questa raccolta ho avuto l’insolita sensazione di leggere delle poesie molto dense di spiritualità, anzi, nell’espressione della carnalità si esplica la forza d’animo accesa della nostra autrice. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, questa silloge poetica non narra semplicemente di un banale desiderio sessuale della donna oppure dell’intima unione tra maschio e femmina, non è questo il messaggio della nostra poetessa, il suo intento, invece, è quello di mostrare un itinerario completo che parte dal “desio”, ma che si conclude nella dolcezza dello spirito. La particolarità di KA_R_MASUTRA è la sua versatilità, si può passare dal desiderio alla spiritualità e dalla spiritualità al desiderio, sono delle facce della stessa medaglia, componenti indispensabili dell’umanità.
Il Karma è una parola che proviene dal sanscrito indiano e indica l’idea della consequenzialità, della successione di causa-effetto, questo è molto indicativo in quanto “desio” e “anima” non completamente scissi, due realtà opposte, invece il messaggio della Nostra è quello di creare un crocevia, un ponte di collegamento fra esse come accade nella poesia Lovers: “S’accoppiavano di notte, / sul marciapiede, / avvolti dai cartoni trovati per strada, / ultimi testimoni del puro amore / seviziato da tutti in cambio dell’oro”.
Poetessa di ampio respiro che ha vinto numerosi premi e riconoscimenti letterari, la Nostra ci dimostra di saper unire un’immensa varietà di tematiche, ella pone sopra ogni altro aspetto l’importanza dell’essere donna a prescindere da qualsiasi situazione in cui ella si possa trovare, come ad esempio in Lolita e in Puttana, dove lancia quasi una denuncia sociale per sottolineare che nessuno decide di rivestire un determinato “ruolo sociale” senza l’approvazione del corpo sociale: “Mi chiamate puttana, / eppur varcate ogni confine dei sensi di colpa per palparmi la carne e le calde membra. (…) Ora mi date della puttana? / Eppur sono io la vostra Padrona!”. Ancora vi è un significato nascosto, la femmina è stata considerata da sempre l’istigatrice del male, la quale portò l’uomo a peccare, a disobbedire a Dio e a conoscere il bene ed il male. La donna, quindi, è considerata la colpevole del peccato dell’umanità, colei che provocò la cacciata dall’Eden, ma anche in questa tematica la Nostra ci lancia un messaggio: “è davvero la donna colpevole di tutti i mali sulla terra?”.
Ecco, Izabella Teresa Kostka sfata dei miti che da sempre si sono protratti nella società non solo orientale, ma anche occidentale; le colpe sono condivise, i mali della società sono il frutto degli errori fatti in comune da tutto il genere umano, al di là dell’appartenenza di genere, infatti nel Prologo: serpente scrive: “Sssssss_striscerai Umano / sulla secca Terra nei secoli dell’inferno, / espulso dalla ricchezza dell’Eden / sudando come i semplici mortali”.
In questi versi è anche presente una personificazione, in quanto il serpente è personificato nel genere umano, è come se la tentazione nella quale l’uomo cadde nell’Eden non sia imputabile al serpente, ma all’uomo stesso, avido di peccato. La Nostra ha il desiderio di affrontare qualsiasi tematica nei suoi versi, perché mediante il genere poetico ogni argomento può essere affrontato, il messaggio dell’autrice è comunicare al lettore l’eterogeneità dei temi della poesia, che non si ferma solo ad un livello dell’Essere, ma percorre tutto il Sentire dell’Essere intrinsecamente parte inscindibile della propria natura.

Sabrina Santamaria

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