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La vera storia del Personal Computer

Da dove cominciare?
Direi che questo articolo essenzialmente parla di storia, di informatica, di economia. Di una parte fondamentale del nostro tempo che ha dato avvio al vivere presente.
Termini come “Microprocessore”, “Personal Computer”,”Windows”, “Apple”, “Iphone”, “Internet” sono tutti pezzi fondamentali del nostro presente che germogliarono negli anni ’70 grazie al lavoro oscuro e duro di alcuni visionari.
Famosi personaggi come Bill Gates, Steve Jobs così come i loro marchi Windows e Apple sono entrati giustamente nella storia.
Ma uno storico attento direbbe: questa è la storia raccontata dai vincitori, una verità dimezzata. Una trama, io credo, identificabile in alcuni processi di marketing che per dare maggiore visibilità ai protagonisti appena citati hanno oscurato altri personaggi che potrebbero oggi assurgere al titolo di protagonisti.
Come nasce il Personal Computer? Nasce veramente con la Apple? C’è in effetti nella “storia ufficiale”, e soprattutto nella storiografia oleografica, il tentativo di cancellare alcune figure importanti.
Una narrazione celebrativa che per evidenziare alcuni porta all’omissione di altre figure fondamentali. Parliamo cioè dell’azienda americana “Commodore”.
La Commodore costruì il primo PC di massa, aveva uffici in tutto il mondo e tra gli anni ‘70 e ‘80 era praticamente una delle più importanti aziende del mondo. Diede avvio ai processi di alfabetizzazione informatica, ma a un certo punto la storia si interruppe e così come accade, con gli sconfitti vennero seppellite sia le loro battaglie che le loro vittorie.
Ecco alcuni di questi personaggi “Commodoriani”:
Charles Ingerham Peddle, noto più semplicemente come Chuck. Realizzò il primo processore a basso costo della storia (MOS 6502). Il primo processore della storia fu l’Intel 4004 (realizzato, tra gli altri dall’italiano Federico Faggin) ma aveva costi proibitivi, enormi. Il processore della Commodore nato dall’esperienza di una produzione di calcolatrici economiche costava pochissimo e le prestazioni non erano così lontane dal processore dell’Intel.
Jack Tramiel padre e padrone della Commodore: diede l’avvio alla produzione di uno dei primi micro computer: il Vic 20, il predecessore del famoso Commodore 64.
Erwin Gould il finanziatore della Commodore
Bill Seiler: progettò la grafica del Vic20 e del Commodore 64
Bob Yannes, il creatore del famoso chip SID (Chip Sonoro).
Tutti questi personaggi hanno in comune un’icona: il Commodore 64. Non solo un computer, ma un percorso formativo straordinario perché grazie alla sua diffusione si propagò l’idea che con i computer si potevano effettuare molteplici operazioni.
Come sempre accade nella storia, alla fine la verità ritorna.
Il libro di Brian Bagnall: Sulla cresta… del baratro (Acquistabile qui) descrive la spettacolare ascesa e caduta della Commodore  e ha il merito di ricollocare gli eventi nella giusta dimensione.

Questa la premessa, dobbiamo però spiegare cosa è il Commodore 64 e perché c’è una rivisitazione (finalmente) di ciò che è stato.
Il libro citato ha il ruolo di ricollocare gli eventi, fa capire che in fondo non è vero che tutto nasce con la Apple. Ci sono stati pionieri e visionari (Sir Clive Sinclair, con il suo Sinclair ZX 80) e un’azienda strutturata (old diremmo oggi, nel senso che produceva calcolatrici e dunque aveva la struttura adatta per fare anche computer) che ha progettato, ideato, intravisto, costruito non solo un computer (il primo) ma anche un’idea di computer. Un mercato, uffici in tutto il mondo. Globalizzò un mercato che non c’era ancora (fornitori in Giappone, uffici in Germania e a Londra) e sicuramente edificò uno dei pilastri sui quali si basa la società informatica di oggi. Questa azienda è stata la Commodore.
Il Commodore 64 è il computer più venduto di tutti i tempi quasi 20 milioni di pezzi (altri parlano di 17/18 milioni), per non parlare del successore: l’Amiga, il primo computer multimediale della storia, con multitasking reale già dal 1985!
Tutto questo è stato creato dall’azienda Commodore.
Questo poderoso volume ci disegna il percorso, la parabola di un’azienda. Ci saranno state colpe e responsabilità eppure la Commodore ha inventato un’idea che nessun potrà mai cancellare: la fruibilità domestica e familiare del PC con un libro di istruzioni aperto e semplice, con un linguaggio, il Basic, chiaro e lineare.
Alla fine, anche chi non ha mai visto un Commodore 64, è inconsapevolmente figlio di questa storia.

 

 

Gianfranco Natale
© Riproduzione riservata

 

Vi lascio qualche link per chi ama approfondire:
http://www.cbmitapages.it/

http://ready64.org/articoli/index.php

http://www.apuliaretrocomputing.it/wordpress/?p=2393

http://www.cbmitapages.it/c64/sid2.htm

 

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