Recensione film “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo
“L’OCCHIO CINEFLO”: recensione film “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo;
dal 19 febbraio 2015 al cinema.
Il cinema italiano negli ultimi anni ha ripreso a marciare su livelli buoni proponendo film di spessore da autori italiani emergenti; è questo il caso di “noi e la Giulia” di Edoardo Leo, uno dei nomi più interessanti del panorama italiano. L’attore e regista romano fa centro con questo film che è una commedia dolce amara ma fresca e vivace che racconta i quarantenni italiani nell’era della crisi esistenziale e economica che si scontra con ambizioni e attitudini umane. E’ la terza prova da regista per Edoardo Leo dopo “diciotto anni dopo”(2010) e “buongiorno papà”(2013). Da attore lo si è apprezzato in “ti ricordi di me” e in “tutta colpa di Freud” nonché nel film di Sydney Sibilia “smetto quando voglio”. “noi e la Giulia” è l’adattamento del libro di Fabio Bartolomei “Giulia 1300 e altri miracoli” traendone un film che è un affresco interessante della “generazione del piano b”, ovvero è l’affresco dei quarantenni in piena crisi esistenziale per un lavoro che non c’è o se c’è è di una mediocrità enorme e di un altrettanto sfruttamento umano, quarantenni che cercano una via di fuga. Quello che colpisce è l’ampiezza narrativa, la convivenza tra varie tipologie di personaggi e quel senso di speranza misto a senso di fallimento che accomuna tutti i personaggi del film e che il regista leo gestisce con padronanza anche grazie ad un ottimo cast che vede su tutti un irresistibile Claudio Amendola che è Sergio, un uomo rude e nostalgico, e un altrettanto irresistibile Carlo Buccirosso nei panni del malavitoso Vito, capaci entrambi attori di dare spessore drammatico al film e di sostenere il terzetto di quarantenni insoddisfatti e in cerca di riscatto interpretati da Luca Argentero che è Diego che fugge dalla città e dalla sua vita monotona di venditore di auto, forse il meno incisivo degli attori qui presenti, da Edoardo Leo che interpreta Fausto, showman vessato dai debiti e da Stefano Fresi che è Claudio, ex proprietario di una gastronomia fallita dopo pochi anni. I protagonisti sono tutti accomunati dalla loro voglia di riscattarsi e realizzarsi e si ritrovano a combattere una “resistenza civile” contro le ingiustizie e le sopraffazioni divenute ormai “assurda normalità”. Il merito del regista è che ha saputo raccontare i problemi dei giovani adulti in una società che offre poco e niente e che ha tra le sue piaghe la malavita organizzata e che contrasta con il loro bisogno di pulizia e libertà espressiva; una malavita demolita nel film con l’ironia e quel senso impagabile di insensatezza. Una commedia ben riuscita e ad ampio respiro capace di raccontare l’Italia di oggi zavorrata dalla corruzione e dalla criminalità. La regia di Edoardo Leo è perfetta da un punto di vista stilistico ma il finale “amaro “ e “aperto” ad ogni interpretazione lascia un qualche dubbio e una certa perplessità per non aver voluto accelerare con una maggiore spinta coraggiosa.
DANIELA MEROLA