“Cruel” un libro Salvo Sottile
“PENSARE PAROLE”: recensione libro per martedì 3 marzo 2015
“CRUEL” di Salvo Sottile Mondadori editore
Il terzo romanzo del giornalista Salvo Sottile dopo “Maqueda” e “Più scuro di mezzanotte” entrambi libri che parlavano di mafia, è “Cruel” dove il giornalista si è cimentato con la cronaca nera, argomento che lui ha sempre trattato in tv con i suoi programmi di informazione. “Cruel” è un thriller molto ben scritto e il suo autore ha portato la sua esperienza e la sua conoscenza del mondo della cronaca nera in questo thriller dove tutto ruota intorno a questa redazione giornalistica chiamata “cruel” e dove i redattori sono disposti a tutto pur di venire a conoscenza di una qualche “verità”, una redazione più vera del vero che diventa il centro dell’indagine. Questa redazione è diretta da uno psichiatra dalle grandi convinzioni che dominano il suo lavoro; Tazio Costa sostiene che tutti o quasi sono attratti dal male, provano piacere per le disgrazie altrui e subiscono il “fascino”se così si può dire del lato oscuro degli esseri umani. La trama narra di un micidio atroce, quello di una studentessa universitaria, Marta Luci, che viene trovata morta dentro un ex ospedale psichiatrico abbandonato. L’assassino le ha tagliato la gola, messo il corpo appeso all’ingiù e svuotato del sangue, i capelli sono stati cosparsi di un balsamo e sul ventre e sul petto vi è un disegno di una croce rovesciata. Delle indagini viene incaricato un commissario esperto in omicidi rituali; ma sulle tracce dell’assassino si mette anche il giornalista di “cruel” Mauro Colasani; Mauro gira con un motorino sgangherato, ha modi spicci e un grande talento investigativo, e ha soprattutto un buon motivo per cercare una “verità”. La redazione di “cruel”diventa il campo centrale del male e del sospetto, a partire dalla bella e ambiziosa redattrice Ester Marini, una con un destino inimmaginabile. Nessuno è al riparo dal sospetto in un gioco al massacro di grande realismo. Alla fine dopo tante “verità” e tante “ipotesi”alle quali ormai siamo abituati tutti, giunge la realtà più crudele e incredibile che si possa immaginare, una “verità” vera e non supposta, una “verità” forte che fa crollare le certezze. Un thriller moderno, efficace, che rispecchia la realtà italiana di oggi dove sono i media fare le indagini azzardate dei casi di cronaca nera, ipotesi che si susseguono di giorno in giorno allontanando invece la razionalità e la pacatezza delle vere indagini. Un thriller che ha la stessa tensione investigativa di un telefilm cult come si vedono in tv. Salvo Sottile è un bravo scrittore e costruisce la narrazione attaccandosi a tutti i dettagli possibili, forse un po’ troppi, fino a rendere il thriller “televisivo”, ma la trama è interessante e Sottile mette ben in risalto l’insensatezza del male che sembra cogliere sempre di sorpresa protagonisti e investigatori, lettori e distratti osservatori, una insensatezza del male che non va mai sottovalutata e che nel thriller Sottile la ingabbia in una ingovernabile follia non giustificata emettendo in tal senso un giudizio di sgomento e incredulità per una società cupa e pericolosa.