Recensione del film “Suffragette”
“L’OCCHIO CINEFILO -BUIO IN SALA”:
“SUFFRAGETTE” dal 3 marzo al cinema.
Un bel film questo melodramma dal tema universale “suffragette” di Sarah Gavron con una ottima protagonista Carey mulligan, Helena Bonham Carter, Brendan Gleeson, Anne-Marie Duff e una breve ma intensa partecipazione di Meryl Streep. Un dramma che ripercorre la storia delle militanti del primo movimento femminista costrette ad agire clandestinamente. In un mondo brutale le donne non avevano diritti e combattevano per conquistarli. Londra 1912, Maud Watts è una giovane donna che lavora nella lavanderia di Mr. Taylor, un uomo cattivo che abusa quotidianamente delle sue operaie. Alcune di loro combattono da anni al fianco di Emmeline Pankhurst (Meryl Streep) fondatrice delle “women’s social and political union”. Le suffragette combattono unite per il diritto al voto ma sono ignorate dai giornali e dai politici. Decidono di passare così alle maniere forti, boicottaggio delle linee telefoniche, pietre contro vetrine, bombe in edifici rappresentativi, ma solo vuoti però.
Maud diventa ben presto una delle più attive ma viene arrestata più volte e ripudiata dal marito che la caccia di casa e da in adozione il loro bambino. Rimasta sola e disperata trova una ragione di vita nella lotta politica e insieme alle altre “Suffragette” ottiene l’attenzione del mondo per i diritti delle donne. Sarah Gavron dirige un film asciutto, senza pietismi e descrive le “suffragette” per quello che erano, un gruppo di operaie militanti pronte a combattere nel vero senso della parola.
La regista ha raccontato una storia che pochi conoscono e molti desiderano non ricordare; il film è più scritto che messo in scena e bisogna capire bene il suo intento reale, un film intimista nella descrizione della lotta delle donne umiliate e senza alcun diritto in una società maschilista che tutto negava a loro. Abi morgan, la sceneggiatrice del film con la Gavron stessa, ha mostrato una realtà dei fatti reali e consultando archivi storici. Ne viene fuori un film verace che supera la rigidezza del film in costume, supera l’epoca in cui è ambientato, per diventare un film corale dalle connotazioni universali valide sempre per i diritti delle donne che ancora oggi in molte parti del mondo combattono per la loro libertà ed esistenza. Carey Mulligan è una ottima protagonista e nel suo sguardo lontano c’è tutto il messaggio del film. La regista mette in scena in maniera decisa i cambiamenti di un mondo che ancora ora ha bisogno di cambiare nei riguardi delle donne. Il diritto al voto in Inghilterra avvenne nel 1918, in Italia 26 anni dopo, in Arabia Saudita è accaduto l’anno scorso, anno 2015 e questo dice tutto. C’è una lunga strada ancora da percorrere ma questo film a tema sociale va visto per capire bene la storia e cambiarla.
DANIELA MEROLA