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Recensione “Meduse gli aquiloni del mare” di Alberto Prandi

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Approfondimenti sull’autore e sul Libro. 
Chi ha già conosciuto Alberto Prandi leggendo le sue prime opere intitolate “Le farfalle volano anche di notte” e “Il viaggio dell’anima persa”, non può lasciarsi sfuggire l’uscita della sua terza raccolta: “Meduse, gli aquiloni del mare”.
Il suo stile conserva sempre l’innata abilità di manipolare e controllare il tempo in base alle sue esigenze stilistiche ed espressive. I giorni, le ore e i minuti sembrano rallentare, cristallizzarsi in sospensione, così da permettergli di estrapolare immagini ed emozioni da ogni singolo attimo, analizzarle e rappresentarle cogliendone ogni dettaglio, prima di lasciare che il tempo si riappropri del proprio scorrere. È in questo modo che egli riesce a riportare nel presente ricordi ed esperienze che appartengono al passato, ma che grazie alla scrittura possono tornare a rinnovarsi nel presente.
Questa nuova raccolta è nata da un lungo peregrinare intorno al mondo, che ha portato l’autore ad attraversare numerosi stati e nazioni nell’arco di quattro mesi. A partire dalla storica Venezia, ha poi attraversato i territori nord-orientali dell’Africa, la Spagna, il Brasile, l’Argentina, l’Uruguay, il Cile, le Isole del Pacifico, Rapa Nui, la Nuova Zelanda, l’Australia, l’Indonesia, Singapore, la Malesia, lo Sri Lanka, la Thailandia, l’India, Dubai, l’Oman, la Giordania, Israele, la Grecia, per poi chiudere il cerchio rientrando nella “città dei Dogi”.
Le liriche, infatti, sono precedute da appunti di viaggio che riassumono quelle che sono state le tappe principali, le bellezze che ha ammirato, i popoli che ha incontrato, le scoperte e le avventure intraprese, in maniera da fornire ai lettori un quadro preciso e abbastanza completo dei suoi spostamenti e far sì che questi possano percepire con maggiore consapevolezza le sensazioni che egli desidera condividere.
Ogni luogo ha arricchito la sua anima e la sua mente di conoscenze, gli ha permesso di vedere “il mondo con occhio distaccato dai pregiudizi”, di acquisire una mentalità più elastica imparando “ad accettare chi è diverso per stile di vita e per abitudini” oltre che sfatando alcuni luoghi comuni che nell’immaginario collettivo vendono dati per certi.
La sua produzione è quindi frutto di riflessioni profondamente personali, maturate grazie a un contatto diretto con altri popoli, con le loro usanze, i riti quotidiani, la gestualità e le svariate forme di interazione con il prossimo. Il suo punto di vista si mantiene apolitico e neutrale, benché il suo ruolo non si limiti a quello del semplice spettatore: la sua partecipazione difronte alle ingiustizie, alla sofferenza e alla miseria è infatti intensamente emotiva.
Per imprimere maggiore libertà ai suoi versi egli ricorre molto all’ironia, spesso molto sottile, quasi impercettibile, eppure quasi sempre presente.
Il volume deve il suo titolo al fatto che l’autore ha viaggiato prevalentemente per mare, una scelta che è stata espressamente studiata in modo da poter visitare molti luoghi in quattro mesi, ricordare e scrivere senza distrazioni durante la navigazione. Come egli stesso dichiara nella lunga e accurata prefazione: “gli aquiloni dunque sono i pensieri che liberi volteggiano nell’aria”, liberi da ogni tipo di condizionamento politico, economico e sociale.
Nel presentarci i luoghi in cui ha soggiornato, egli opera una scelta selettiva necessaria, preferendo porre maggiore attenzione a quelli in cui si sono verificati eventi storici significativi.
Calpestando un suolo ricco di storia, egli ne ricostruisce la vita mediante l’immaginazione: “davvero eccitante questo gioco, riporto alla memoria personaggi biblici o condottieri in sella ai loro cavalli, tutto diviene sorprendente, il colmo è quando m’immedesimo in qualche personaggio storico conosciuto, allora di notte capita che ci possa dialogare”.
Il viaggio, la riscoperta del passato, la sete di conoscenza sono quindi i temi principali al centro della nuova opera e oltre al piacere della condivisione di esperienze formative, il Prandi vuole stimolare i lettori ad approfondire per conto proprio la propria conoscenza, a interessarsi attivamente della storia, del mondo, della natura e del proprio prossimo.
A questo proposito, è illuminante il messaggio sintetizzato in questi quattro versi:
“L’uomo ha in mano il suo destino
gli uomini quello del pianeta,
l’indifferenza dell’uomo è una ferita alla natura,
l’indifferenza degli uomini è la morte del pianeta”.

Meduse gli aquiloni del mare
di Alberto Prandi
ISBN: 978-88-5516-088-9
Formato: Rilegato
Genere: Poesie
Collana: Karme 
Anno: 2019
Pagine: 180
Disponibile anche in formato e-book

Da sempre appassionato di Dante Alighieri e della filosofia greca, Alberto Prandi dedica parte del suo tempo alla rilettura dei classici e a riscoprire in generale la letteratura italiana. Ha molti amici che ama, ed è generosamente ricambiato. Il resto sarà tutto da scrivere, ma ciò che a lui importa è arrivare sereno alla meta. Ha scritto un libro dedicato all’amore, perché la poesia è amore, non solo inteso come tradizionalmente lo pensiamo, ma in senso generale, verso ogni cosa di cui è composto l’universo; ci sono le persone che lo hanno motivato per la loro storia, i luoghi per il loro incanto, situazioni che si sono intrecciate con la sua vita, passata e presente. Sue opere sono state pubblicate all’interno delle antologie della Casa Editrice Kimerik Unione Mondiale dei Poeti, Kiamarsi – Catalogo degli Autori Italiani, Amore e Psiche, Poeti Italiani 2018, Vento a Tindari, Granelli di parole. Il viaggio dell’anima persa è risultato finalista al Concorso di Poesia e Narrativa “Shelley e Byron”, e alla 9° edizione del Premio letterario “Parole dell’anima”, 2018. Le farfalle volano anche di notte ha vinto il Premio Nazionale Leandro Polverini, 2018. Scrivere, per Alberto Prandi, è fermare il tempo, ricordando il passato e vivendo gli attimi del quotidiano che scorre. Ha già detto che il futuro non esiste, perché si vive un presente imperfetto, ogni momento trascorso diventa passato e ogni attimo vissuto è il presente. Scrivere dunque rappresenta un ricordo di emozioni che vogliono essere rievocate nel momento stesso in cui il libro verrà letto, poiché leggendo un’opera di poesie, ogni volta si rivive quell’emozione che così si materializza di nuovo nel presente. Anche i fatti di vita che accadono nel mondo e che in particolare suscitano e muovono la sensibilità interiore dell’autore li traduce in modo tale che questi siano sempre in primo piano, per cui saranno vividi nel cuore e nella mente di chi legge. Descrive ciò che lo circonda in forma poetica, sintetizzando i concetti, quel che scrive è generalmente frutto di considerazioni personali spesso attinenti a valori umani imprescindibili che per lui sono di primaria importanza.

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