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“Sii Luce a te stesso. La Bellezza salverà il mondo.”

Dedicato a tutti coloro che stanno attraversando un momento difficile. Questa è la storia infinita dei Giusti in una società alla deriva, ormai prossima al collasso. Il messaggio sarà proprio: “Sii Luce a te stesso. La Bellezza salverà il mondo.” Sono tutte parole pensate e sentite vivamente da Laura De Menech autrice di Nella sabbia del tempo, edito dalla Kimerik. Questo bellissimo e profondo romanzo, ci fa capire che lottare per i nostri sogni, per i nostri ideali non è sbagliato ma è da guerrieri, in una società che omologa e zittisce gli animi, li anestetizza e li edulcora. Un romanzo sorprendente, di grande impatto emotivo. Vi lascio con l’intervista avuta con Laura, buona lettura!

Un romanzo insolito e originale, di quelli che danno vita ai sogni, all’arte, alla bellezza interiore, cose che sembrano inutili al giorno d’oggi, ci tratteggi sommariamente la storia di Anaïs, la protagonista del suo romanzo. Innanzi tutto grazie per queste belle parole che io considero un complimento rivolto alla mia creazione. Significa che ho centrato il bersaglio. Anaïs è un’adolescente americana di diciassette anni che vive a Chicago con la sua adorata mamma. Ma lei non è una ragazza comune, non le interessano gli svaghi giovanili, la compagnia dei ragazzi della sua età, i pettegolezzi tra amiche o la conquista del principe azzurro; o no, nulla di tutto questo! Anaïs è una bimba prodigio, un saggio filosofo dalla barba bianca travestito da ragazzina, un’amante del Bello in ogni sua forma. Essendo quindi così sofisticata, non accetta la vita di tutti i giorni con dei compagni di classe limitati e insopportabili, insegnanti che non la comprendono, frequenta una scuola che non le si addice (un’ istituto tecnico) ed è costretta a studiare materie per le quali nutre un profondo disgusto. Ogni sera, quando va a dormire, sogna sempre la stessa figura femminile che le porta conforto e l’aiuta a comprendere il senso della sua vita. All’inizio pensa sia la sua adorata nonna, morta quando lei aveva solamente sei anni, che le appare in sogno per aiutarla e consolarla, ma ben presto scopre che questa misteriosa Creatura rappresenta ben altro. Incontra poi, casualmente, nel parco vicino a casa una figura alquanto interessante un clochard di nome Ajace, vestito di stracci ma dall’Animo elegante e raffinato. Tra i due nasce subito una profonda amicizia, Ajace è in realtà il Maestro di Vita che lei sognava di conoscere da sempre. Si susseguono poi una serie di dialoghi tra i due che porteranno Anaïs a scoprire una realtà inimmaginabile dal finale sorprendente.

Anaïs è una bambina nata già adulta, una guerriera, combatte per i propri ideali e per ciò in cui crede, tutto questo è sufficiente per vincere? Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza… “ ,  mi viene in mente la famosa terzina di Dante, che è poi la sintesi del suo pensiero profondo. Ed è pure il mio! Che senso potrebbe avere la Vita se non seguiamo i nostri ideali e difendiamo i valori più alti?  Anaïs dimostra già in tenera età la sua forza, il suo amore verso la Giustizia, ma soprattutto un’autentica devozione alla Bellezza in ogni sua forma: lei ama la Natura, i colori, il Sapere, l’Arte, ma anche la Filosofia e la Matematica, che sono per lei simbolo di Perfezione.  Anaïs è una guerriera, certo, ma deve fare i conti con un animo ultrasensibile che la porta ad essere facile preda di una società malata, caratterizzata dalla prevaricazione del più prepotente sull’onesto e giusto.  Ed è proprio quest’ingiustizia che lei non tollera, perché consapevole, nonostante la sua giovane età, che “al mondo non c’è posto per gli Ajace, e nemmeno per le Anaïs”, come dice il suo Maestro. C’è una bellissima frase di Dostoevskij che riassume il suo modo di concepire la vita: “La bellezza salverà il mondo.” E’ una frase bellissima, e soprattutto vera. Una società in decadenza come la nostra potrà essere salvata solo dalla Bellezza, dalla Giustizia, dalla Virtù. Ma Anaïs, forse perché si ritrova sola a combattere, non ha più la forza di affrontare un mondo così diverso da lei, dalla sua delicata essenza, dai suoi alti ideali.  Senza Ajace, il suo maestro, non le rimane nessun appoggio, nessuna forza per combattere, e non accetta che la sua luce venga spenta dalla mediocrità della società in cui vive.  Alla fine lei sceglie il Bello, l’Infinito… ad ogni costo.

Quanta parte di noi stesse dobbiamo abbandonare, prima di arrivare a patti con la realtà? La società in cui viviamo, questo mondo malato focalizzato sull’apparenza, sul profitto, sul successo ad ogni costo, ci allontana sempre di più dalla nostra vera essenza, dalla nostra realtà. E’ per questo la maggioranza della gente nega la propria natura più intima, tradendo se stessa per farsi accettare dagli altri. Il “diverso” non è ben visto, anzi, viene deriso, bullizzato, allontanato e ridicolizzato dalla società, dal gregge.  Ma quello che sfugge ai più, è che la storia è stata creata proprio da quelle persone che sono fuori dagli schemi, i cosiddetti “diversi”, appunto, i “disadattati” che la società prima condanna, poi, quando si rende conto a posteriori del loro immenso valore, venera ed esalta come geni che hanno cambiato il mondo. Il prezzo da pagare per essere se stessi è altissimo: consiste nell’isolamento, nella critica e, in ultima analisi, nella condanna da parte di tutta la società.  E’ evidente quindi, alla luce di questa tragedia, che l’uomo preferisca adattarsi, adeguarsi al senso comune, piatto e insignificante, per evitare di andare in pasto ai leoni.  Solo i più coraggiosi seguiranno la propria luce, proprio perché sono gli unici che hanno qualcosa da condividere con l’universo.

Lei è una combattente? Oh sì, assolutamente! Non sarei di certo qui ora dopo l’inferno che ho superato. Non mi sono mai adeguata a niente e nessuno. Ho seguito però un processo inverso, ossia mi spiego meglio. Fin dalla scuola materna ho sempre contestato tutto e tutti, in primis gli insegnanti a cui dichiaravo apertamente guerra nel caso in cui non fossero giusti, allo stesso modo, con tutti. Crescendo, poi, complice la malattia che mi ha quasi ucciso e debilitato per molti anni, mi sono un po’ calmata, cercando sempre di evitare conflitti in nome della pace e del buon senso (inutile!), rendendomi poi conto che il mio comportamento corretto e rispettoso mi ha portato esclusivamente a permettere agli altri di distruggermi senza pietà.  Questa è stata la mia condanna: ho sempre seguito unicamente la mia Luce, ma ad altissimo prezzo. Non tutti sono disposti a farlo perché il rischio di cadere è dietro l’angolo.

Com’è nata l’idea per questo romanzo? Il romanzo era nato inizialmente con un altro titolo, ossia “Il velo del Tempo”, con il quale si è aggiudicato, ancora inedito, il primo premio al “Premio Letterario Internazionale Giglio Blu di Firenze”, nell’aprile del 2019.  Ho dovuto poi modificarlo in quello attuale in quanto c’era già in circolazione un libro con quel titolo. Mi affascinava la parola “Velo”… Mi ricorda tanto un qualcosa di sottile e impalpabile che separa il passato dal presente, e il presente dal futuro. Proprio quel velo invisibile che avvolge le storie raccontate nel mio libro, un’atmosfera di rara bellezza racchiusa tra le sue pagine. E’ nato così, questo romanzo, per un mio bisogno di eternizzare momenti di vita dal significato speciale, ma anche per dar voce, attraverso la mia penna, a personaggi oramai rari dall’Animo sensibile e grande, ancora innamorati della bellezza del mondo nascosta alla gente comune.  L’ho dedicato a tutti coloro che stanno attraversando un momento difficile, in modo che possano trovare sollievo ascoltando le mie parole, e sentirsi anche meno soli. Questa è la storia infinita dei Giusti in una società alla deriva, ormai prossima al collasso.  “Sii Luce a te stesso. La Bellezza salverà il mondo.”

Quanto tempo ha impiegato per scriverlo? Beh, non tutti i giorni sono uguali!  Ci sono momenti in cui sento un bisogno irrefrenabile di scrivere perché le idee lottano per uscire dalla mia mente ed io devo essere veloce a trascriverle su carta, altrimenti perdo la magia dell’istante.  Ma, allo stesso modo, possono passare anche tre mesi senza che mi si presenti un barlume d’ispirazione o semplicemente la voglia di prendere una penna in mano. Tutto ciò è assolutamente imprevedibile e non scrivo di certo a comando.

Ha già in progetto un nuovo romanzo? Ho intenzione di sperimentare un nuovo genere letterario rispetto a quello che ho trattato finora.  Vorrei scrivere un romanzo biografico, basato su avvenimenti storici realmente accaduti, con una vena di mistero, cronaca, indagine, ma anche caratterizzato da una semplice narrazione degli avvenimenti più importanti della vita del suo protagonista.  Si tratta di un personaggio storico che mi ha affascinato per la sua genialità ma anche per il suo carattere schivo e solitario molto simile al mio, così scrivere di lui è un po’ come condividere attimi di vita in sua compagnia. Inoltre la sua scomparsa è realmente avvolta ancora nel più totale mistero, si sono fatte innumerevoli ipotesi nel corso di ottant’anni, ma nessuno è mai giunto ancora a una conclusione. Chissà… Magari la mia ipotesi potrebbe essere quella giusta!

Anna Pizzini

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