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Recensione “Preghiere d’Autunno – Il dolore è nell’anima” di Davide Bordoni

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Approfondimenti sull’autore e sul Libro.
La genesi di questa silloge poetica si è concretizzata dopo un periodo caratterizzato da cambiamenti e delusioni e dal riaccendersi di nuove speranze. Diversi episodi negativi hanno influito sull’animo dell’autore proprio quando egli stava per dare alle stampe questa terza fatica letteraria e tutto ciò che ne è seguito ha fatto sì che essa giungesse a noi nella versione attuale.
Conoscere il processo della sua realizzazione ci aiuta a comprenderne il contenuto. Nelle sue pagine, infatti, ritroviamo le tracce di un percorso molto personale e sofferto.
L’autore ha impresso in ogni singola parola il proprio disagio e le sofferenze vissute, in modo che esse riescano a penetrare in profondità nella mente e nello spirito dei suoi lettori e a toccarne il cuore.
Le emozioni di cui ci rende partecipi Bordoni sono rappresentate con estremo realismo, trasudano dai fogli, trascendono il limite della carta per raggiungere le nostre coscienze. I suoi versi sembrano il riflesso di una natura estremamente fragile e delicata, ma al di là dell’apparenza si può scorgere uno spirito forte, capace di ergersi al di sopra delle sfide che ha dovuto affrontare.
Tra i 35 sonetti di cui si compone “Preghiere d’Autunno – Il dolore è nell’anima” ritroviamo temi cari all’autore, già presenti nei volumi che lo hanno preceduto. Tornano gli opposti, con il loro ciclico inseguirsi, attrarsi e respingersi, le aspre ambientazioni permeate di tristezza, la lotta interiore tra sentimenti contrapposti, la Natura concepita come luogo reale e materiale in cui viviamo e allo stesso tempo come dimensione astratta e spirituale in cui alberga il nostro essere.
Ritornano anche il silenzio e la solitudine, grandi protagonisti, a ricoprire il ruolo che spetta ai più intimi confidenti:

“In quel luogo, abitato dalla solitudine,
Io rannicchio il mio spirito,
che si copre di tutto il cielo che trova
ancora privo del sole”.

“E non so nemmeno piangere
in questa solennità,
di solitaria solitudine”.

“La solitudine è mia padrona tra migliaia di grida, di urla, di
bestemmie…”

E ancora:
“È la selvaggia solitudine a liberarmi,
mostrandomi i miraggi
di quell’infinito che non cresce,
quaggiù… e lassù.”

Bastano questi piccoli estratti per rendersi conto di come il tipico stile emozionale di Bordoni riesca a raggiungere nuove vette, superando quanto già prodotto in precedenza.
I suoi sonetti sono densi di simbolismi spirituali, che mostrano l’evoluzione dell’anima umana, la quale dapprima si lascia travolgere dalle imprevedibili onde del destino, poi si dibatte per resistergli e vincerlo, infine ritrova un pacifico equilibrio. Sono proprio queste caratteristiche a far sì che le liriche dell’autore possano essere accostate alle preghiere. Con quest’ultime, infatti, condividono il medesimo processo: l’implorazione, il rimpianto, l’incapacità di cambiare il proprio destino o di accettarlo per quello che è, la ribellione nei confronti di una condizione che non può essere né cambiata né tantomeno controllata, la necessità di vedere riconosciuto ciò che è giusto, il desiderio di redenzione e di perdono, il bisogno di sentirsi accettati e amati di nuovo.

Ogni preghiera prende vita da quel suono di morte
che noi umani chiamiamo dolore.
Era solo un sibilo lontano,
eppure ora lo odo sempre più vicino, sempre più vicino…
poi accanto a me, dentro di me.
Prima che di me si nutra,
prego di essere lasciato in pace…”

Ed è proprio l’Autunno, stagione tipicamente transitoria, che riesce a rispecchiare al meglio quel periodo in cui le promesse e le aspettative maturate durante l’estate – stagione associata alla giovinezza – vengono deluse e l’uomo non può fare altro che osservare il progressivo, nonché inevitabile, deperire della Natura. Ma proprio sotto il tappeto di foglie che ricopre il suolo prima del sopraggiungere del freddo invernale possono germogliare nuove gemme portatrici di speranza:
“Cadono le rosse foglie, volano via le gialle foglie, si staccano a una a una dal ramo le foglie stanche dell’autunno perenne. Sul viale di casa, sento il tempo scorrere nelle vene degli alberi, e prego perché giunga l’inverno, perché tutto scheletrisca, perché torni il freddo a gelare la vita, e prego perché dal freddo si possa generare un nuovo calore”.

Preghiere d’Autunno – Il dolore è nell’anima
di Davide Bordoni 
ISBN: 978-88-9375-960-1
Formato: Rilegato
Genere: Poesie
Collana: Karme 
Anno: 2019
Pagine: 72
Disponibile anche in formato e-book

Davide Bordoni è un poeta bergamasco classe 1968, giunto alla sua terza opera. Nel 2012 esordisce con Il poema del vento, seguito nel 2013 da Agonia&Estasi, entrambi editi da Aletti Editore. Nel 2014, una sua silloge poetica è inserita nel volume n. 42 di Riflessi, antologia di Pagine editore.

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