Roberta Nava: “Storie fantastiche del Trentino Alto Adige”
Abbiamo posto qualche domanda alla nostra scrittrice Roberta Nava per il suo libro “Storie fantastiche del Trentino Alto Adige”, l’intervista che vi presentiamo è molto diversa dalle altre poiché l’autrice, dopo aver ricevuto le domande, ha scelto di rispondere in maniera organica, dando vita a un discorso illuminante che dimostra quanto l’esperienza e la passione per il proprio lavoro possano essere di aiuto. La scrittura e il mondo della letteratura, talvolta, sono un mezzo per formare e per contribuire alla crescita del bambino.
Vi presentiamo, innanzitutto, le domande che le abbiamo rivolto, in seguito, inseriamo le sue considerazioni.
- Trovo molto interessante il connubio tra la laurea in Lettere e l’indirizzo Psicopedagogico: potrebbe essere questo, lo scopo che si e’ prefissata per la scrittura? Creare storie che, al di la’ del puro piacere della lettura, possano formare e contibuire nella crescita del bambino?
- “Storie fantastiche del Trentino Alto Adige” e’ costituito da tre racconti: Melino, il piccolo seme col desiderio di fuggire che incontra l’amore di Rugiada. Ago, il folletto condannato a vivere da uomo per sperimentarne le sofferenze. Il fantasma Giovanni e la strega Suddara che infestano il castello di Tures. Dietro ogni racconto si cela una metafora? Vuole svelarci quale messaggio vuole trasmettere con queste tre storie?
- I bambini, sopratutto al giorno d’oggi, non sempre si approcciano in maniera naturale al mondo della letteratura. Quanto crede che sia importante, invece, far si’ che vengano spronati alla lettura di fiabe e racconti?
- Che espediente utilizzerebbe per diminuire questo distacco e far apprezzare la lettura anche ai bambini e agli adolescenti più restii?
Quando racconto e creo le mie storie, parto sempre ed esclusivamente da un’esperienza personale, vissuta e sperimentata sulla mia pelle. Per me l’esperienza è sovrana e maestra di vita. Credo di avere sempre avuto una certa predisposizione a capire nel profondo le persone che ho di fronte, per questo ho cercato di fare tanti esami di psicologia, rendendo la mia laurea del tutto particolare, utile al mio scopo che è quello di scrivere e descrivere l’esperienza reale attraverso l’analisi di ogni vissuto. Anche nel mio lavoro lo faccio. Lavoro da tanti anni in una scuola di periferia (prima zona Barona, ora Giambellino a Milano), dove gran parte degli alunni sono stranieri e con pesanti vissuti alle spalle, nonostante la giovane età. Di fronte ad un episodio di furto, verificatosi a scuola, ho proposto la lettura de I Miserabili e attraverso le vicende del protagonista i miei alunni hanno capito meglio il concetto di perdono e di riscatto sociale. Molti dei miei alunni probabilmente avranno una seconda opportunità, ma è necessario che lo sappiano. Quindi la letteratura e lo studio del bello, di tutto ció che è arte, è utile ai ragazzi e agli adolescenti. Da soli non avrebbero mai scoperto questo libro stupendo. Sono le esperienze positive quelle che insegnano. Le mie storie sono sempre indirizzate ed ispirate ai bambini che incontro, nella mia vita è esistito un Ago (il folletto del bosco) che dopo molte sofferenze riesce finalmente a capire il vero senso della vita (e questa è la morale). Ho rielaborato la leggenda di Giovanni, in realtà il fantasma era quello di una certa Margherita, e per cercare una morale che potesse dare una speranza ai bambini, di fronte ad una situazione drammatica, ho pensato alla solidarietà e all’aiuto reciproco, quello che spesso manca tra pari. Si puó imparare e collegare la storia all’esperienza scolastica: solo collaborando e rimanendo uniti, si arriva all’obbiettivo finale. Anche in questa storia vi è alla fine il riscatto del debole, di colui che è pronto a rimettersi in gioco per il bene comune. Merlino invece è il rivedere gli immensi alberi del Trentino, mille e mille volte, e dare importanza alla piú piccola parte di essi, tutti abbiamo una storia, anche il semplice seme di melo. L’esperienza quindi è alla base delle mie creazioni, queste storie permettono al bambino di superare le paure, di crescere, di diventare forti, attraverso le vicende e le situazioni complicate dei vari personaggi. Per comprendere meglio ció che intendo puó visitare il mio sito di e troverà alcuni elementi utili (il fantasma nell’immaginario del bambino-Quando muore un personaggio delle favole). L’esperienza reale non deve essere taciuta al bambino, né nascosta, va invece appositamente ricreata e adattata al loro percorso evolutivo e naturalmente occorre in queste storie un lieto fine e un messaggio finale positivo con il quale l’adulto puó creare un’occasione di dialogo ed insegnamento. Anche la morale va spiegata, in primis i genitori che sono i primi educatori, hanno il dovere morale di trasmettere messaggi positivi ai loro figli, poi gli insegnanti e gli educatori, completeranno e porteranno a termine tutto ció.
Vi segnaliamo il suo sito, dove potete trovare ulteriori informazioni:
www.storiefantaatichedeltrentino8.webnode.it