Sport e Letteratura

Stupiamo con il calcio con l’arte con le possibilità

Articolo di Gianfranco Natale
© Riproduzione riservata

Siamo una possibilità. L’Italia intendo: è una possibilità in fieri. Guardate bene che non sto parlando della sfera che fa vibrare i cuori con il pentagono che schizza ed è un soprassalto di emozioni. Quella sfera che qualcuno chiama pallone.
Parlo dell’italico difetto di apparire, di sembrare, di spaventare e di deludere.
Però ci salviamo: appena in tempo, come sempre, però ci salviamo.
Ed ecco l’innegabile virtù che ci rende tremendamente vincenti. Se nessuno punta su di noi ci scrolliamo di dosso quel disagio di apparire inadeguati  diventando così vincenti.
Zaccherini è un peperoncino rustico, un aretino indisponente e che non si fa soggiogare.
Tanto per ricordare arriva da Tolla che già nel 1860 si oppose all’annessione sabauda per quello spirito battagliero e orgoglioso che contraddistingue i suoi abitanti. E che orgoglio: Italia esulta, 1 a 0 con i lunghi belgi che scopiazzano uno schema malriuscito.
Tentenniamo, barcolliamo, ma non cadiamo: ammoniti Chiellini (Italia), Eder (Italia), Bonucci (Italia), Thiago Motta (Italia). Uno sterminio di gialli che l’arbitro fa ondeggiare sprezzante quasi fossero i girasoli di Van Gogh. Onore ai guerrieri che mietono gialli, ma anche successi.
Il 2 a 0 non era nell’aria e come dicevo ecco che ti arriva, inaspettato e pungente, liberatorio e vincente: Pellè nei fragorosi minuti conclusivi chiude la partita prima ancora che il britannico Clattenburg chiuda il sipario in un teatro che avuto una sola protagonista l’Italia e una comparsa, il Belgio, inadeguata e priva di carattere.

Articolo di Gianfranco Natale
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