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Tindari, un luogo svelato: memoria ancestrale di uno spazio indefinito

Tindari, un luogo svelato. Memoria ancestrale di uno spazio indefinito. Eterea e terrena. Astratta e viscerale. Tindari è un teatro antico che rivive ad ogni sguardo. L’incavo che conduce lo sguardo fino all’abisso del mare è come una nenia dolce e antica.
Qui si celebra ogni anno un calendario di eventi e di incontri culturali straordinario con artisti che tanto hanno dato a questa terra anche perché chi giunge a Tindari tanto raccoglie. Prima di tutto emozioni e poi ritornano i ricordi di un luogo che mai dimentica la sua storia. Ecco perché la Kimerik ha attivato il concorso “Vento a Tindari”.
http://www.kimerik.it/Concorsi.asp?Azione=Dettaglio&Id=2486 (Scadenza 30 giugno 2017)
Un concorso di Poesie inedite.
Tindari è per me un luogo speciale, lo è sempre stato, sin da piccolo, quando con pantaloncini estivi ci venivo con i miei genitori e rimanevo incantato di fronte alle immensità che il luogo offre. Tindari è luogo, ma è anche sintesi di momenti diversi. Tindari è mare con precipizi visivi sfuggenti e straordinari, un mare turchese e panorami incantati. Eppure è anche terra, con la sabbia di Marinello e incavi di dune e avvolgenti curve che addolciscono il promontorio. Ma non si esaurisce qui l’incantamento di questo luogo. Tindari è anche cielo, con la Madonna nera e soave che veglia questi luoghi con uno sguardo materno e protettivo. La miscellanea di mare, terra e cielo è la sintesi di questo spazio e lo rappresenta, perché qui troviamo culture secolari, greche e romane che si armonizzano con la tradizione cristiana. Qui posò lo sguardo Quasimodo. La sua lirica Vento a Tindari raccoglie un popolo muto che sembra assistere silente e attento a questa perenne narrazione, “Tindari, mite ti so fra larghi colli pensile sull’acque dell’isole dolci del Dio…”. Poteva una casa editrice di Patti non omaggiare questo arcano simbolo culturale? Il Concorso “Vento a Tindari” mi rende felice, mi fa sentire realizzato perché so dentro di me che sto facendo qualcosa di naturalmente giusto: sto assegnando nomi e ruoli a storie che devono essere ricordate per la funzione vitale che hanno svolto e che continuano a svolgere. Ogni poesia qui rappresentata è unica e speciale e tale misura poetica rende questa antologia bella e mistica come il Cielo di Tindari.

Gianfranco Natale
© Riproduzione riservata

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